Attualità, Casale Monferrato, Cultura

MonFest 2022 Fotografia: dal 25 marzo l’attesa biennale internazionale

Alla scoperta delle opere di Silvio Canini, Raoul Iacometti e Ilenio Celoria

A poco più di due mesi dall’inaugurazione, prosegue il viaggio per conoscere meglio i grandi artisti che saranno protagonisti assoluti del MonFest 2022, la prima biennale internazionale di fotografia che si terrà a Casale Monferrato dal 25 marzo al 12 giugno prossimi.

Le forme del tempo – Da Francesco Negri al contemporaneo è il sottotitolo di quello che diventerà un appuntamento fisso nella programmazione della città e che punta al coinvolgimento attivo dell’intero territorio, in un percorso che, partendo dalla fotografia, sviluppi la condivisione dell’arte e del bello.

Organizzato dal Comune di Casale Monferrato e curato dal direttore artistico Mariateresa Cerretelli, il MonFest vedrà al centro del progetto numerose mostre allestite nei luoghi più caratteristici e suggestivi della città.

Dopo i precedenti approfondimenti dedicati a Gabriele Basilico, Valentina Vannicola e Francesco Negri, si prosegue ora nello scoprire i fotografi che saranno presenti alla biennale casalese, soffermandoci però prima, con un breve flash, sulle le tre mostre presentate nei mesi scorsi.

Gabriele Basilico nel Monferrato è la mostra dedicata al grande artista scomparso nel 2013 e considerato un indiscusso maestro della fotografia contemporanea. Come ha voluto sottolineare  il curatore Andrea Elia Zanini «La mostra propone la rilettura di un lungo lavoro realizzato da Gabriele Basilico nel 2006 in occasione della mostra “Monferrato, terra senza confini”, arricchito, dopo un’approfondita ricerca d’archivio, con alcune immagini inedite, alle quali si aggiunge un progetto sul delta del Po realizzato nel 2009».

Living Layers è invece il titolo dell’esposizione delle opere della pluripremiata Valentina Vannicola a cura di Mariateresa Cerretelli: «L’artista è una delle principali rappresentanti in Italia della staged photography, la fotografia della “messa in scena” e presenta come reali, immagini costruite secondo le dinamiche proprie del cinema. Con la serie Living Layers, il progetto di rilettura del territorio del VI Municipio di Roma, ha ricostruito un quartiere ricorrendo a dei tableaux vivants, una costante di suoi tanti lavori ed espressione della sua sapiente regia artistica».

Omaggio a Francesco Negri celebrerà il grande fotografo casalese: «Ricordare Francesco Negri significa ricordare un momento importante della fotografia e della storia della città. Due momenti pionieristici e di grande cambiamento, dove, in entrambi i casi, è la civiltà delle macchine, l’età industriale, che si affaccia sulla ribalta, portando con sé nuove e inaudite possibilità», sottolineano i due curatori della mostra Luigi Mantovani ed Elisa Costanzo.

E ora si va alla scoperta di altre tre interessanti mostre:

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Il mondo di Silvio Canini racconterà con le immagini il lavoro di «un artista poliedrico, un vero creativo e come i veri creativi, un eterno ragazzo che ti permette con i suoi lavori di sorridere e sognare, sempre», come ci ricorda la curatrice Elena Ceratti. Canini vive e lavora a Bellaria – Igea Marina e le sue opere sono state esposte in Italia e all’Estero con grande favore di critica e di pubblico. Numerosi i premi ricevuti, grazie anche al fatto che la sua arte non si limita all’oggetto statico fornito dalla ripresa fotografica, ma negli anni esplora con efficacia il video.

A Casale Monferrato si offrirà uno spaccato della fervida attività creativa dell’artista romagnolo: da Mare di silenzio, una visione poetica e insolita delle spiagge del litorale in pieno inverno a diversi video, come HipnoBici o la proiezione di Venditori d’ombra, in un percorso articolato e divertente, godibile sia per gli adulti sia per i bambini.

Di particolare impatto #homeTOhome di Raoul Iacometti, fotografo free-lance che alterna la ricerca personale al lavoro commerciale in diversi settori: «Quando nei teatri internazionali regnava ancora il silenzio a causa della pandemia – spiega il curatore della mostra Luciano Bobba – , con una sapiente regia tecnologica e seguendo una felice intuizione, il fotografo milanese Raoul Iacometti, ha creato un set a casa sua e nelle case dei grandi protagonisti della danza internazionale e su questo nuovo palcoscenico virtuale ha lanciato il suo progetto #homeTOhome. Non sono screenshot, selfie o manipolazioni in Photoshop, ma reali interazioni durante videocall in WhatsApp. Poi, per dare tridimensione e accentuare l’effetto palcoscenico, Iacometti ha ambientato lo smartphone in luoghi diversi della sua casa e i ballerini a loro volta hanno scelto varie ambientazioni come base per le loro pose plastiche. Così l’interazione studiata nei minimi dettagli ha abbattuto qualsiasi barriera architettonica e prodotto l’effetto sperato. Sono più di quaranta gli artisti coinvolti, tra i quali ci sono primi ballerini e solisti, tutti impegnati in corpi di ballo di alcuni tra i teatri più importanti dislocati in diversi luoghi nel mondo».

Fotomorfosi-infernot di Ilenio Celoria ci riporterà tra le colline del nostro Monferrato, come ci ricorda la curatrice Simona Ongarelli: «Il progetto fotografico è una perfetta sintesi tra tradizione, territorio e sperimentazione. I soggetti delle opere sono piccole architetture ipogee scavate nella pietra, gli infernot appunto, dove un tempo veniva custodito il vino imbottigliato; dal 2014 sono entrati a far parte del Patrimonio Mondiale dell’Unesco nell’ambito dei Paesaggi Vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato. Le immagini in mostra sono state realizzate in questi spazi, ristretti e poco accessibili, con una speciale fotocamera che produce immagini sferiche a 360° poi trasformate in rappresentazioni stereografiche. Anche il particolare allestimento nel Castello del Monferrato dialoga in maniera suggestiva con il soggetto stesso della mostra».

Professore di Fotografia all’Istituto Leardi e al Liceo artistico di Casale Monferrato, Celoria affianca all’insegnamento un’intensa attività espositiva, che lo vede presente alla Biennale di Venezia, alla Biennale di fotografia di Alessandria, al Museo di Scienze Naturali di Torino, al Museo Sant’Agostino di Genova, agli istituti italiani di Cultura a Colonia, Vienna, Praga, Malta e in diverse città italiane e straniere.

In mostra ci saranno anche le opere dei vincitori, dei premiati e, in alcuni casi, dei partecipanti dei concorsi fotografici che dall’anno scorso si stanno susseguendo. Uno di questi è quello organizzato dal club locale Soroptimist dal titolo Storie di donne e che ha visto vincitrice Silvia Camporesi. Curatrice della mostra, allestita con le altre sostenute dall’associazione in Accademia Filarmonica, sarà Benedetta Donato: «La ricerca dell’armonia e dell’equilibrio viene traslata dalle fotografie di Silvia Camporesi in un diario umano e personale, nel racconto fantastico della quotidianità con una caratteristica straordinaria. Un viaggio immersivo in quel “flusso di coscienza” – così l’autrice ha definito questo lavoro – per prendere confidenza con una nuova concezione dell’habitat familiare, per ridefinirsi in esso e conferirgli nuovo valore. La narrazione rappresentata da “Domestica” è il racconto intimo di rivitalizzazione del sé e dell’ambiente circostante, attraverso la costituzione di equilibri inediti, necessari per affrontare un presente sospeso e per creare futura armonia”.

Nelle prossime settimane proseguirà il viaggio alla scoperta delle mostre e degli artisti del MonFest 2022, tra cui Lisetta Carmi, Vittore Fossati, Claudio Sabatino e Maurizio Galimberti.

SCHEDE AUTORI

Il mondo di Silvio Canini
a cura di Elena Ceratti

Silvio è un artista poliedrico, un vero creativo e come i veri creativi è un eterno ragazzo che ti permette con i suoi lavori di sorridere e sognare, sempre.
Elena Ceratti

Silvio Canini vive e lavora a Bellaria – Igea Marina . È un artista poliedrico. Attento osservatore, riesce a trasformare un reportage in qualcosa che supera il tipico approccio di questo mezzo espressivo. Parafrasando le parole di Roberta Valtorta, Silvio realizza una “smitizzazione” del momento decisivo, permeando le sue immagini di concetti e sentimenti che conducono l’osservatore in una visione personale e non oggettiva di quanto viene catturato dall’obiettivo.
Nel 1998 pubblica “We are Open” a cura di AiepEditore,miglior libro all’edizione annuale di “Photo Padova”.
Nel 2000 pubblica “Periferie Cangianti” una ricerca sul territorio di Bellaria Igea Marina, in collaborazione con amici fotografi locali.
Venditori D’Ombra pubblicato nel 2002 racconta in modo originale, la spiaggia della provincia di Rimini.
Mare del silenzio, un lavoro del 2005, è un’opera in cui scenari onirici condividono la scena con forme astratte.Vincitore di diversi premi, questo progetto è stato pubblicato nel febbraio del 2006 nell’allegato “ventiquattro” del quotidiano Il Sole 24 ore
Le sue opere sono state esposte in Italia e all’Estero con grande favore di critica e di pubblico  Numerosi i premi tra  la menzione d’onore alla 24th biennale Photos Monochrome in Cina e il XX premio Internazionale Guglielmo Marconi per l’arte elettronica.
La sua arte non si limita all’oggetto statico fornito dalla ripresa fotografica, ma esplora con efficacia il video, ottenendo  alcuni importanti riconoscimenti al Bellaria Film Festival. 
Canini può anche annoverare una partecipazione alla trasmissione televisiva ANNOZERO di Michele Santoro con fotografie scenografiche.
Dal 2008 è proprietario della “36° spazio gallery” di Bellaria.
Nel 2011 pubblica RimiNy un lavoro su Rimini e Nyc
Nel 2013 pubblica “che donne le nonne” un lavoro antropologico, con cui si inventa le figurine Canini, parodia delle famose figurine Panini.
Nel 2014 sempre con le figurine Canini pubblica “Bagnanti”
Nel 2014 espone nel Museo di arte contemporanea di Omsk Russia.
Nel 2014 è autore dell’anno Fiaf.
Nel 2015 presenta in occasione di Archeologia a Fuoco, “decostruzione all’ombra del tempo”
Nel 2015 espone a Si- Fest di Savignano sul Rubicone “Città sommerse” lavoro poi selezionato per “Confini” che visiterà nove città Italiane ed espone “Cosa cerchi il mare?” al Museo della Città di Rimini.
Nel 2016 pubblica un nuovo libro edito da Danilo Montanari, “Cosa cerchi il mare?”
Nel 2020 pubblica Alieni Maledetti edito da Postcart, testo di Carlo Negri e postfazione di Michele Smargiassi

Elena Ceratti vive e lavora a Milano come photoeditor e consulente per l’editoria delle agenzie  VU’, H&K, CPI e Karma Press Photo.
Ha iniziato all’agenzia Grazia Neri come ricercatore iconografico per la stampa italiana e straniera, in particolare francese (L’Express,Paris Match, Le Point,Le Nouvel Observateur) e collaborato con le case editrici De Agostini e Rusconi per il Libro dell’Anno e il Dizionario Enciclopedico.
Dal 1992, oltre al lavoro di photoeditor,  si occupa di mostre fotografiche in qualità di curatore e/o di agente(tra gli autori esposti : Phil Stern,Donna Ferrato,Robert Doisneau, Isabel Munoz,Douglas Kirkland,Mary Ellen Mark,Michael Ackerman,Fernando Moleres, Willy Ronis, Georg Gerster, Lauren Greenfield).
Gestisce l’archivio fotografico di Carla Cerati per la realizzazione di libri e mostre.
È stata membro di diverse giurie nazionali e internazionali quali World Press Photo.
È membro del direttivo del Grin, Gruppo Redattori Iconografici Nazionale.

Living Layers– Valentina Vannicola
a cura di Mariateresa Cerretelli

Valentina Vannicola è una delle principali rappresentanti in Italia della staged photography, la fotografia della “messa in scena” e presenta come reali, immagini costruite secondo le dinamiche proprie del cinema. Con la serie Living Layers, il progetto di rilettura del territorio del VI Municipio di Roma, ha ricostruito un quartiere ricorrendo a dei tableaux vivants , una costante di suoi tanti lavori ed espressione della sua sapiente  regia artistica. In questa fotografia la città perde i propri riferimenti naturali di spazio e tempo, assume la valenza di un sito simbolico mantenendo forti segni storici e sociali del territorio e si anima di personaggi scelti tra attori di professione e abitanti del quartiere. Il luogo si erge come protagonista, spazio emotivo personale e assolutamente comune.
Mariateresa Cerretelli

Valentina Vannicola, Roma 1982, si laurea con una tesi in Filmologia presso l’Università La Sapienza di Roma e successivamente si diploma alla Scuola Romana di Fotografia. La sua intera pratica artistica è riconducibile al genere della Staged Photography. 
Il suo lavoro è stato esposto in diverse gallerie e Festival tra cui: Museo MAXXI, Roma; AuditoriumArte, Roma; l’Istituto Italiano di Cultura ed il Festival Head On di Sydney; Festival Circulation(s), Parigi; Istituto Italiano di Cultura di Melbourne; Gallery Central di Perth, Australia; La Triennale di Milano; Palazzo Ducale di Genova; Espace André Malraux Herblay, Francia; Vision Lab/Triennale di Milano presso la Mediateca di S. Teresa, Milano; Arte Fiera Bologna; Vienna Fair; Bassano Fotografia; Il Bellaria Film Festival; Galleria Al Blu di Prussia, Napoli; Galleria Wuderkammern, Roma; Urban Center di Rovereto; Mia Art Fair; CiternaFotografia-Festival; Fotografia Festival, Museo MACRO Testaccio, Roma; Centro italiano della fotografia d’autore, Bibbiena; Auditorium Parco della Musica, Roma; s.t. Galleria, Roma. 
Nel 2011 ha pubblicato con la casa editrice Postcard L’Inferno di Dante, curato da Benedetta Cestelli Guidi.
Nel 2020 ha lavorato ad un progetto nell’ambito della committenza -Universo Olivetti. comunità come utopia concreta- del Museo MAXXI, la Fondazione Adriano Olivetti e il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. 
Nel 2021 L’Inferno di Dante è entrato nelle Collezioni di Fotografia del Museo MAXXI.
Il suo lavoro ha ricevuto diversi riconoscimenti tra cui: Premio Combat prize, menzione speciale 2018; primo premio come miglior portfolio a Fotografia Europea 2017; Premio Fundación Ankaria/PHotoEspaña-Descubrimiento PHE, best portfolio, 2017; premio Francesco Fabbri per le Arti Contemporanee finalista, 2012; premio Internazionale Limen Arte, 2010; secondo premio per il miglior portfolio al Festival Fotoleggendo, 2010.
Le sue immagini sono state pubblicate da diversi giornali periodici e quotidiani tra cui L’Espresso, D di Repubblica, Philosophie Magazine, Il Manifesto, Marie Claire, Zadig le mag, Insidart e Aracne.

Gabriele Basilico nel Monferrato
a cura di Andrea Elia Zanini

Gabriele Basilico nel Monferrato” propone la rilettura di un lungo lavoro realizzato da Gabriele Basilico nel 2006 in occasione della mostra “Monferrato, terra senza confini” e pubblicato nel libro omonimo. La selezione originale è stata arricchita, dopo un’approfondita ricerca d’archivio, con alcune immagini inedite, alle quali si aggiunge un progetto sul delta del Po realizzato nel 2009, ripercorrendo i luoghi fotografati, a partire dagli anni Cinquanta, da Pietro Donzelli.Andrea Elia Zanini

Gabriele Basilico (Milano, 1944-2013) – Dopo la laurea in architettura (1973), Gabriele Basilico si dedica con continuità alla fotografia. La forma e l’identità delle città e i mutamenti in atto nel paesaggio urbano sono fin dagli esordi i suoi ambiti di ricerca privilegiati. “Milano. Ritratti di fabbriche” (1978-80) è il primo lavoro dedicato alla periferia industriale e corrisponde alla sua prima mostra in un museo (1983, Padiglione di Arte Contemporanea, Milano). Nel 1984 è invitato a far parte della Mission Photographique de la Datar, voluta dal governo francese, e documenta le coste del nord della Francia. Nel 1991 partecipa a un’altra missione fotografica internazionale a Beirut, alla fine di una guerra durata oltre quindici anni. Gabriele Basilico ha prodotto moltissimi lavori di documentazione di città in Italia e all’estero, e realizzato un ampio numero di mostre e di libri personali. Considerato un indiscusso maestro della fotografia contemporanea, ha esposto in molti Paesi e ricevuto numerosi premi e riconoscimenti. Ha inoltre intrecciato il suo instancabile interesse per le trasformazioni del paesaggio urbano con attività seminariali, lezioni, conferenze, e riflessioni scritte. Le sue opere fanno parte di importanti collezioni internazionali, pubbliche e private.
www.archiviogabrielebasilico.it

Andrea Elia Zanini, nato a Roma, attualmente vive a Milano dove si è laureato in Visual Cultures e Pratiche Curatoriali all’Accediamia di Belle Arti di Brera. Curatore e critico d’arte, i suoi interessi oscillano tra arte contemporanea, teoria dell’immagine e fotografia. È membro del gruppo curatoriale DuoDuo. Scrive per il magazine di fotografia Fotoit. Dal 2020 collabora con l’Archivio Gabriele Basilico e dal 2021 con la Tuscan House of Photography, uno spazio culturale nella provincia di Pisa.

#homeTOhome – Raoul Iacometti
a cura di Luciano Bobba

Quando nei teatri internazionali regnava ancora il silenzio a causa della pandemia, con una sapiente regia tecnologica e seguendo una felice intuizione, il fotografo milanese Raoul Iacometti, ha creato un set a casa sua e nelle case dei grandi protagonisti della danza internazionale e su questo nuovo palcoscenico virtuale ha lanciato il suo progetto #homeTOhome.
Non sono screenshot, selfie o manipolazioni in Photoshop, ma reali interazioni durante videocall in WhatsApp. Poi, per dare tridimensione e accentuare l’effetto palcoscenico, Iacometti ha ambientato lo smartphone in luoghi diversi della sua casa e i ballerini a loro volta hanno scelto varie ambientazioni come base per le loro pose plastiche. Così l’interazione studiata nei minimi dettagli ha abbattuto qualsiasi barriera architettonica e prodotto l’effetto sperato. Sono più di quaranta gli artisti coinvolti, tra i quali ci sono primi ballerini e solisti, tutti impegnati in corpi di ballo di alcuni tra i teatri più importanti dislocati in diversi luoghi nel mondo.
Luciano Bobba

Raoul Iacometti, nato a Milano nel 1961, svolge l’attività di fotografo free-lance alternando la ricerca personale al lavoro commerciale in diversi settori: reportage di documento e socio-umanitario, fotografia industriale e d’interni, eventi, danza e ritratto. Le sue fotografie sono pubblicate su riviste, quotidiani e libri, sono utilizzate per cover/booklet di CD di musicisti italiani e stranieri. Ha ricevuto molti riconoscimenti nei più importanti contest nazionali ed internazionali.
Sue fotografie fanno parte dell’Archivio Storico Fotografico della Fondazione 3M, dell’Archivio Fotografico Italiano e di importanti collezioni private.
Fra i suoi lavori più significativi sono da ricordare “Di terra e di fuoco” (2006) reportage sulle ex miniere presso le colline metallifere nel territorio di Massa Marittima (GR), “Ai confini del mare” (1986/2021), “Tre giorni a Madrid” (2007), “I suoni delle Dolomiti” (2007), “Di serra” (2008), “Quale madre” (2008) dedicato al tema della maternità e il progetto “Botteghe” (2008) sulla filiera agroalimentare e sull’importanza del cibo nella nostra vita quotidiana; “Just Dancers” (2011) reportage fotografico sul mondo della danza classica, contemporanea e jazz amatoriali.
Nel 2008 crea il progetto “Green Attitude”, la danza legata al mondo di fiori e piante, utilizzando palcoscenici inediti come serre e vivai, luoghi dove ambienta tutti gli scatti, che pubblica ufficialmente nella primavera del 2013. Da quella data il lavoro è ancora work in progress in attesa di diventare un volume fotografico. Le danzatrici e i danzatori provengono da importanti corpi di ballo quali il Teatro alla Scala di Milano, l’Opera di Bordeaux, l’Opera di Roma, l’Opera Nationale de Paris ed altri ancora.
Nel 2013 crea “Fotografie e altre storie…” un format che fonde, tramite la fotografia, l’arte della scrittura, della musica e della danza, spettacolo che ha visto anche la collaborazione e la conduzione con Carlo Negri (scrittore e autore di testi televisivi e teatrali tra gli altri Zelig e gli spettacoli di Giuseppe Giacobazzi).
Dal 2015 ad oggi è impegnato in un progetto di reportage socio-umanitario legato alle malattie degenerative come la distrofia muscolare e ad altre patologie, collaborando con importanti associazioni di volontariato, tra le quali UILDM, UNITALSI e il Centro clinico Nemo, all’interno dell’Ospedale Niguarda di Milano. Da tale progetto è nata la mostra fotografica “Alcuni di Noi”, immagini in bianconero che raccontano le cure in reparto, le attività e il volontariato.
Sempre nel 2015 è uno dei tre autori scelti da Roberto Mutti per “Obiettivo Lampedusa”, un reportage dedicato all’isola e ai suoi abitanti. Le fotografie fanno parte di una mostra itinerante e sono raccolte in un volume fotografico edito da Silvana Editore.
Dalla fine del 2016 al maggio 2018 segue un progetto sul Design Made in Italy in collaborazione con Caimi Brevetti, Azienda leader nel settore del design. Il risultato è un libro fotografico con oltre 200 immagini in bianconero (reportage delle lavorazioni, ritratti ai più importanti designer italiani e stranieri e altro ancora). La pubblicazione è a cura di Aldo Colonnetti, storico e teorico dell’arte, del design e dell’architettura, e pubblicato da Skira Editore.
Tiene corsi base e avanzati di fotografia e workshop fotografici in tutto il territorio nazionale e all’estero su diverse tematiche tra le quali ritratto, danza, street-photography e, dal 2010 anche sull’utilizzo degli smartphone in ambito fotografico.
Nel maggio 2015 riceve l’onorificenza di “Autore dell’Anno 2015” dalla Federazione Italiana delle Associazioni Fotografiche, con la pubblicazione di “Storie”, un libro che contiene alcune delle sue fotografie più conosciute.

Sito web: www.raouliacometti.it – www.green-attitude.it
Facebook: Raoul Iacometti – Green Attitude
Instagram: raoul_i

Luciano Bobba – Art director e artista, Luciano Bobba persegue la sua ricerca su questo doppio binario dalla fine degli anni Ottanta, dopo essersi formato e avere approfondito la sua vena creativa alla Otis Parsons School of Visual Art a Los Angeles. Osservatore della realtà contemporanea e amante della sperimentazione di tutti i linguaggi espressivi, ha esplorato la mail art, la pittura su tela, il disegno al tratto, il collage e la fotografia. Interessato a tutte le nuove tecnologie, è tra i primi a utilizzare l’iPhone come mezzo espressivo riuscendo a mettere in scena uno stile onirico-pittorico misurato negli equilibri e nelle densità cromatiche.

Omaggio a Francesco Negri
a cura di Luigi Mantovani ed Elisa Costanzo

Ricordare Francesco Negri significa ricordare un momento importante della fotografia, e un periodo della storia della città altrettanto importante. Due momenti pionieristici e di grande cambiamento, dove, in entrambi i casi, è la civiltà delle macchine, l’età industriale, che si affaccia sulla ribalta, portando con sè nuove e inaudite possibilità.
Luigi Mantovani – Elisa Costanzo

Francesco Negri (Tromello, 1841 – Casale Monferrato, 1924) – Avvocato, Sindaco di Casale Monferrato dal 1881 al 1888, è noto soprattutto per la sua attività instancabile di fotografo. Il suo interesse per la fotografia nacque durante gli anni dell’università e si espresse nel corso di tutta la sua vita, grazie alla curiosità e alla voglia di sperimentare, che lo portarono a raggiungere livelli altissimi.
I suoi esperimenti nel campo della microfotografia gli consentirono di fotografare, tra gli altri, il bacillo della tubercolosi e di entrare in contatto epistolare con Robert Koch.
Mise a punto un teleobiettivo che brevettò ed entrò in produzione su scala industriale presso la ditta Koristka (dalla sua invenzione non trasse mai profitti).
Fu studioso di arte, in particolare degli artisti casalesi, ma si interessò anche agli artisti che operarono presso il Sacro Monte di Crea, in particolare ai fratelli de Wespin, autori delle statue delle cappelle del Sacro Monte. La sua ricerca artistica si concretizzò nel volume Il santuario di Crea in Monferrato. Questo ambito di studi gli consentì di arrivare a stringere amicizia con Samuel Butler e Henry Festing Jones.

Luigi Mantovani è direttore della Biblioteca Civica “G. Canna” di Casale Monferrato dal 2020.
Elisa Costanzo lavora come bibliotecaria alla Biblioteca Civica “G. Canna” di Casale Monferrato.

Fotomorfosi-infernot – Ilenio Celoria
a cura di Simona Ongarelli

Il progetto fotografico di Ilenio Celoria, dal titolo ‘Fotomorfosi-infernot’, è una perfetta sintesi tra tradizione, territorio e sperimentazione. 
I soggetti delle sue opere sono piccole architetture ipogee scavate nella pietra, gli infernot appunto, dove un tempo veniva custodito il vino imbottigliato; dal 2014 sono entrati a far parte del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO nell’ambito de ‘i Paesaggi Vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato’.
Le immagini in mostra sono state realizzate in questi spazi, ristretti e poco accessibili, con una speciale fotocamera che produce immagini sferiche a 360° poi trasformate in rappresentazioni stereografiche.
Anche il particolare allestimento nel Castello del Monferrato dialoga in maniera suggestiva con il soggetto stesso della mostra.
Simona Ongarelli

Ilenio Celoria nasce a Casale Monferrato. Dopo la laurea in Architettura presso l’Università di Genova, inizia a dedicarsi all’insegnamento e alla ricerca in ambito fotografico. Insegna Fotografia e immagini digitali all’Università di Genova. Dal 2001 insegna Fotografia all’Istituto Leardi e al Liceo artistico di Casale Monferrato. Affianca all’insegnamento un’intensa attività espositiva che lo vede presente alla Biennale di Venezia, alla Biennale di fotografia di Alessandria, al Museo di Scienze Naturali di Torino, al Museo Sant’Agostino di Genova, agli istituti italiani di Cultura a Colonia, Vienna, Praga, Malta e in diverse città italiane e straniere.

Simona Ongarelli è giornalista Photo Editor presso il settimanale io donna, RCS Mediagroup.
Nasce ad Alessandria nel 1971. Dal 1990 vive a Milano dove si trasferisce per studiare Architettura al Politecnico e fotografia presso il CFP Riccardo Bauer.
All’inizio del suo percorso, espone alcuni lavori di ricerca fotografica in mostre collettive e personali e vince diversi premi tra cui il Premio Ziliani, il Premio Marangoni, il concorso per Napoli Fotocittà, il Premio Yan Geffroy dell’agenzia fotogiornalistica Grazia Neri.
Dopo aver lavorato presso l’agenzia Neri, continua per alcuni anni l’attività di fotografa per la stessa agenzia e come free lance.
Nel 2004 diventa Photoeditor del mensile Cosmopolitan (Hearst Mondadori), nel 2007 è assunta come Photoeditor in Rcs Periodici presso la redazione del settimanale A, nel 2009 del mensile Bravacasa fino al passaggio nel 2014 alla redazione di io donna, dove lavora tuttora.
Dal 2004 è membro del comitato direttivo del GRIN (Gruppo Nazionale Redattori Iconografici).

PREMIO SOROPTIMIST “STORIE DI DONNE” PRIMA EDIZIONE
ACCADEMIA FILARMONICA – PALAZZO GOZZANI TREVILLE
CASALE MONFERRATO

FUTURE ARMONIE
a cura di Benedetta Donato

La ricerca dell’armonia e dell’equilibrio viene traslata dalle fotografie di Silvia Camporesi, in un diario umano e personale, nel racconto fantastico della quotidianità con una caratteristica straordinaria. Essa si rintraccia nella tensione aspirazionale a nuova conoscenza, al miglioramento e al raggiungimento di una condizione di realizzazione indefinita, nonostante la complessità del momento di sospensione continua.
Un viaggio immersivo in quel “flusso di coscienza” – così l’autrice ha definito questo lavoro – per prendere confidenza con una nuova concezione dell’habitat familiare, per ridefinirsi in esso e conferirgli nuovo valore. 
La narrazione rappresentata da Domestica è il racconto intimo di rivitalizzazione del sè e dell’ambiente circostante, attraverso la costituzione di equlibri inediti, necessari per affrontare un presente sospeso e per creare futura armonia.
Altri racconti accostano questo diario visivo ed esistenziale, come a definire una consonanza di sguardi, che si rivela in una proporzionata corrispondenza tra le diverse e vicinissime storie di donne.

ARTISTE IN MOSTRA

Mostra personale
Silvia Camporesi, Domestica – Vincitrice del Premio Soroptimist “Storie di donne”

Videoproiezione
Daniela Berruti, Una storia d’amore – Menzione Speciale Progetto dedicato a Casale Monferrato

Finaliste Menzioni Speciali 
Anne Conway, Isabella De Maddalena, Isabella Franceschini, Patrizia Galliano, Antonella Monzoni

Mostra collettiva, Guardarsi per rinascere. Ritratti e autoritratti al femminile, Studentesse Istituto d’Istruzione Superiore  Leardi – Liceo Artistico “Angelo Morbelli”

Silvia Camporesi (Forlì, 1973) – Laureata in filosofia, attraverso i linguaggi della fotografia e del video costruisce racconti che traggono spunto dal mito, dalla letteratura, dalle religioni e dalla vita reale. Negli ultimi anni la sua ricerca è dedicata al paesaggio italiano.
Dal 2004 tiene personali in Italia – Dance dance dance al MAR di Ravenna nel 2007, Planasia al Festival di Fotografia Europea di Reggio Emilia nel 2014, Genius Loci al MAC di Lissone nel 2017 – e all’estero – À perte de vue alla Chambre Blanche in Quebec nel 2011; Atlas Italiae esposto all’Abbaye de Neumünster in Lussemburgo nel 2015, all’Art Musing di Mumbai nel 2017 e al Desfours Palace di Praga nel 2018.
Fra le collettive ha partecipato a: Italian camera, Isola di San Servolo, Venezia nel 2005; Con gli occhi, con la testa, col cuore al MART di Rovereto nel 2012, Italia inside out a Palazzo della Ragione, Milano nel 2015, Extraordinary visions al MAXXI a Roma nel 2016 e al Kolkata centre di Calcutta nel 2019; the quest of Happiness al Serlachius Museum di Mantta in Finlandia.
Nel 2007 ha vinto il Premio Celeste per la fotografia; è fra i finalisti del Talent Prize nel 2008 e del Premio Terna nel 2010; ha vinto il premio Francesco Fabbri per la fotografia nel 2013, il premio Rotary di Artefiera 2015, il Premio BNL 2016 e il Premio Cantica21 nel 2020. Ha pubblicato otto libri, affianca l’attività artistica all’insegnamento. Sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private, tra le quali: MAXXI, Roma; MART, Rovereto; MAC Lissone, Gruppo BNL, Milano, Collezione Farnesina.

Benedetta Donato – Curatrice e critica di fotografia, si occupa di progetti espositivi ed editoriali in ambito di cultura visiva.
Membro del CdA della Fondazione Romano Cagnoni e Direttrice del Romano Cagnoni Award, premio internazionale di fotogiornalismo.
Nel 2010 viene inserita all’interno della lista dei Consulenti Esperti dell’ICCD – Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione del MiC – Ministero della Cultura. 
Dallo stesso anno è presidente di pianoBI.
Dal 2012 è membro di Progetto Donne e Futuro, per cui rappresenta la sezione Donne e Arte.
Tra le realtà con cui ha collaborato: Giart per la serie di film documentario Fotografia Italiana, distribuita da Contrasto; Istituto dell’Enciclopedia Treccani, per la sezione Fotografia Contemporanea Giapponese, pubblicata nell’opera Enciclopedia dell’Arte Contemporanea (2021).
Ha inoltre curato diverse mostre e pubblicazioni, tra cui: Maurizio Galimberti Paesaggio Italia, Portraits, Francesco Faraci Malacarne, Angelo Ferrillo 258Minutes, Giuseppe Mastromatteo, Humanscape, Nicola Tanzini TokyoTsukiji, AA.VV. #18Esplorazioni , Alberto Gandolfo Quello che resta, Romano Cagnoni La Rivelazione Umana, Adriano Nicoletti Approdo, Iole Carollo, Out of Africa.
Nel 2021, con il saggio “Lo sguardo lungimirante” vince la Call for Papers RESET, promossa da Sistema Festival Fotografia e Direzione Generale Creatività Contemporanea del MiC – Ministero della Cultura.
Contributing editor delle riviste IL FOTOGRAFO e EyesOpen! Magazine.
Lettore portfolio, membro di giuria in manifestazioni internazionali di settore, è nominator per il Leica Oskar Barnack Award. 

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