Attualità, Casale Monferrato

Alla Comunità Ebraica di Casale Monferrato il Museo “Per Tutti” simbolo di convivenza e civiltà

Tanto pubblico e amici giovedì 12 ottobre per l’inaugurazione del progetto che ha creato nuovi percorsi inclusivi nel complesso ebraico di vicolo Salomone Olper. Le parole di Noemi Disegni Presidente Ucei e del prefetto di Alessandria

Questi spazi aiutano a recuperare fiducia nell’umanità. A sperare che il buio non torni, è bello sapere che questo lume acceso illumina le menti, il desiderio di convivenza e civiltà. Il vostro esempio illumina altri”.  Sono le parole di Noemi Di Segni, Presidente delle Unione delle Comunità Ebraiche italiane pronunciate a Casale Monferrato in quella che, in origine, doveva essere una giornata dedicata a una straordinaria iniziativa di inclusione, ma che si è inevitabilmente caricata di nuovi significata alla luce del crudele attacco terroristico ad Israele della scorsa settimana. Il 12 ottobre era prevista infatti l’inaugurazione del progetto di “Universal Design” che ha coinvolto tutto il complesso ebraico di Casale, rendendolo accessibile a persone con diversi tipi di disabilità. Così è stato, ma per questa realtà così intimamente connessa al suo territorio è stata anche stata una giornata ricca di ospiti e amici, vecchi e nuovi, che hanno voluto manifestare la vicinanza alla piccola Comunità Casalese.

Visite diverse tanti nuovi linguaggi. 

Che sarebbe stato un giorno speciale lo si è capito fin dal mattino, quando si è avuta una vera “prova sul campo” dei nuovi percorsi da parte dei futuri utenti. L’obbiettivo era quello di poter trasmettere tutta la bellezza della Sinagoga e dei Musei anche a chi magari dispone di sensi limitati. Una sfida da vincere soprattutto lavorando sul linguaggio. E così ecco che le persone non vedenti hanno usufruito dei contributi audio della app di Casalebraica e di tavolette tattili con disegni e planimetrie e scritte in braille. Una videoguida nel linguaggio dei segni (con molti lemmi che sono stati creati appositamente per queste descrizioni) ha permesso, invece, di trasmettere ai visitatori non udenti un gran numero di informazioni sui pezzi esposti. Infine un gruppo dell’ANFFAS di Casale ha potuto effettuare la visita con strumenti pensati per le persone con necessità comunicative complesse. Per tutto il giorno in vicolo Salomone Olper alcune mani si sono mosse raccontando storie, altre mani hanno scoperto la forma delle lampade del museo dei lumi, altre si sono divertite con le formelle delle lettere ebraiche del cortile delle Api. Tra i visitatori non è mancato chi aveva una disabilità fisica e si è comunque potuto muovere nella maggior parte degli spazi. Il valore aggiunto di questo intervento, finanziato grazie al PNRR, è infatti quello di essere pensato in modo integrato, per rendere davvero accessibile lo spazio museale a tutti e la Comunità Ebraica di Casale è il primo ente culturale in Europa a farlo in questo modo. 

Tutto questo avveniva mentre continuavano le attività dei tour guidati nel complesso ebraico. Al mattino con una classe degli allievi dell’Istituto Leardi, al pomeriggio con una nutrita comitiva da USA e Australia che ha avuto l’opportunità di farsi fotografare con la Presidente dell’UCEI Noemi Di Segni, arrivata con largo anticipo sulla cerimonia di inaugurazione alla Comunità Casalese. Per lei anche una visita in anteprima al museo e ai nuovi precorsi insieme al Prefetto di Alessandria Alessandra Vinciguerra.

Discorsi sulla bellezza e la luce

E proprio la dott.sa Vinciguerra ha avuto il compito di aprire gli interventi nell’inaugurazione ufficiale del progetto che si è svolta a partire dalle 16.30 ed è stata interamente tradotta in simultanea nel linguaggio dei segni. La Sala Carmi era stipata “oltre le nostre aspettative” come ricordava Daria Carmi introducendo gli ospiti.  “E’ mia la prima volta alla Comunità di Casale – esordiva il Prefetto – e ne approfitto per esprimere la mia vicinanza per la situazione terribile che sta vivendo il popolo Ebraico. Quello di oggi è un successo che vale per tutto il territorio, la prima applicazione dei fondi del PNRR applicata al conseguimento di un risultato non semplice”. E ha concluso affascinata “Quando mi sono insediata mi hanno spiegato come questa realtà fosse ritenuta tra le più belle d’Europa, ora posso confermarlo, ma è ancora più bello che oggi sia accessibile a tutti, proprio a tutti.  

Anche il commosso discorso di Noemi Di Segni è partito dalla bellezza del luogo, per ricordare i valori che esso rappresenta “Dal prossimo sabato ricomincia il ciclo annuale della Torah, leggeremo di nuovo della genesi e del Paradiso Terrestre, ricorderemo come sia maturato il distacco da quel luogo. Casale e il suo museo sono in qualche modo un recupero di quel palmo di paradiso in terra, un fermo-immagine appena prima di lasciarlo. Per la luce che accoglie, che condivide, per i valori del sapere e del riconoscere. In questi giorni ciascuno di noi deve essere portatore di luce e responsabilità. Alla domanda di D-o “dove sei? Aiechà” dobbiamo tutti saper rispondere “hineni” eccomi. 

Un ragionamento che si collega a un significato più profondo del progetto presentato in questa occasione “L’ebraismo e le vicende ebraiche vivono costantemente di barriere – o frapposte da altri o nelle difficoltà di comunicare e fare capire chi siamo. Questo progetto offre quel superamento di barriere e, attraverso un linguaggio dedicato, arriva a condividere saperi e culture, oggetti e informazioni che riguardano la nostra storia e cultura”. Poi conclude con un appello “Non so quanti musulmani vivano qui a Casale, ma proprio a loro,  in particolare, vorrei rivolgermi invitandoli a non essere ciechi o acciecati da odio, a distinguere il bene dal male perché uscendo dell’eden questo abbiamo acquisito e questo il monito che ci ha ribadito il nostro comune D-o – scegli la vita, sappi distinguere il bene dal male. Noi l’impegno ad arginare male e odio lo sappiamo gestire e grazie alle forze dell’ordine e agli amici della comunità – ma a loro auguro di arginare il male che si avvicina alle moschee, certa che nessuno di loro vorrebbe vedere qui Hamas. Le parole i linguaggi nascono da esperienze per comunicare – non so se nel linguaggio dei segni esiste la parola pogrom, Shoa, massacro. A quanto accaduto sarà dato un nome, un termine, una connotazione identitaria e diventerà memoria che si andrà a stratificare con quella dolorosa di 80 anni fa, che dobbiamo ricordare affinché dal buio possiamo essere piccole luci

Un concetto ripreso anche da Claudia De Benedetti direttore del Museo di Arte e Storia Ebraica di Casale.  “Abbiamo cominciato a sognare questo giorno da quando abbiamo avuto la notizia di aver vinto il bando del PNRR otto mesi fa e ora vediamo la fine dei nostri sforzi. Siamo una Comunità in cui le persone sono poche e ognuna ha dato il tempo e l’anima. Si è parlato molto di parole oggi, e di come abbiamo dovuto allargare il nostro lessico per raccontare il museo, io spero che amplieremo il nostro vocabolario non solo a parole come Pogrom o Shoah, ma anche con temini che indichino speranza per il nostro futuro”.

Gli ospiti e i partner 

Tra le autorità presenti alla cerimonia anche il presidente della Provincia di Alessandria Enrico Bussalino, il Questore Sergio Molino, le più alte cariche provinciali dell’Arma dei Carabinieri forse di Polizia e Guardia Di finanza. La Fondazione Casale Ebraica, promotrice del progetto, era rappresentata dal presidente Roberto Gabei, mentre il Comune di Casale dal vicesindaco Emanuele Capra e dalla dott.sa Nicole Freddi, garante dei diritti dei disabili.  

Franco Lepore

La presentazione è entrata nel vivo con le voci (e le mani) dei partner che hanno dato il loro apporto fondamentale per realizzare il progetto. A cominciare da tre imprese ad alto contenuto di innovazione e tecnologia applicata a disabilità, percorsi museali e turismo accessibile: Pietro Tosco di Heritage, Rocco Rolli di Tactile Vision e Luisa Pavesi di Cityfriend hanno raccontato il complesso percorso tecnico necessario per arrivare a questo giorno. A loro si aggiunge chi ha fornito una consulenza diretta sul campo come Franco Lepore, dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti del Piemonte, Enrico Dolza direttore dell’Istituto dei Sorsi di Torino, Giancarlo D’Errico, presidente di ANFASS Piemonte (presente anche la Presidente di ANFASS Casale Paola Leporati). Ha toccato tutti per linguaggio ed espressività, la presentazione, totalmente nel linguaggio dei segni, di Nicola della Maggiora è lui il protagonista dei filmati che le persone non udenti troveranno quando consulteranno l’app del museo.

Conclusione è stata affidata al Presidente della Comunità Ebraica Casalese Elio Carmi: “Oggi abbiamo capito quanta complessità c’è dietro un lavoro di questo tipo. Pensatelo in proporzione alle dimensioni di questa Comunità. Per secoli noi ebrei siamo stati considerati diversi dagli altri, eppure continuiamo a voler essere rispettati nella nostra diversità. Oggi si è parlato di disabilità e pregiudizio ma chi meglio dell’ebraismo conosce l’esclusione. Questa cultura della diversità è diventata anche la nostra ricchezza: una cultura dell’ascolto che ci ha sempre accompagnato. Oggi siamo orgogliosi di aver portato avanti questo progetto innovativo e sperimentale con cui ci siamo messi in gioco ancora una volta, ma sempre andando verso il dialogo e l’inclusione.

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