Alessandria, Attualità

Uno studio sui pazienti che assumono farmaci antitumorali orali

Attivato al Day Hospital Onco-ematologico misura il livello di self-care anche dei caregiver

Individuare i fattori che possono incidere sul livello di self-care del paziente oncologico che assume antitumorali orali e del proprio caregiver. È questo l’obiettivo dello studio multicentrico SCOAAI che, grazie alla collaborazione instaurata con la Sezione di Scienze Infermieristiche dell’Università Tor Vergata di Roma, promotrice dello stesso, è stato attivato anche all’interno del Day Hospital Onco-ematologico dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria, con la collaborazione di Elisabetta Ferrero, Coordinatore infermieristico e di Belperio Nicolina e Mignone Sara, Infermiere in Day Hospital e referenti per la ricerca infermieristica e di tutta l’equipe e come Principal investigator Tatiana Bolgeo, Direttore del Centro Studi Ricerca delle Professioni Sanitarie del DAIRI, diretto da Antonio Maconi.

Negli ultimi due decenni l’utilizzo dei farmaci antitumorali orali (AO) per la cura del cancro è notevolmente aumentato, anche a seguito dei molteplici vantaggi ottenuti dai pazienti, tra cui: migliore tollerabilità visti i profili di sicurezza di tali farmaci, maggior comfort e adattabilità alle attività di vita quotidiana, minore stress collegato alla somministrazione per via endovenosa.

Gli AO sono anche generalmente preferiti dai pazienti per la possibilità di gestire la terapia a casa, evitando ospedalizzazioni. Tuttavia, la letteratura disponibile ha dimostrato che i pazienti che assumono AO sono più esposti a scarsa aderenza perché hanno meno contatto con l’équipe, perché devono gestire i sintomi e gli eventi avversi da soli o anche per dimenticanza nell’assumere i farmaci. Questi pazienti, inoltre, potrebbero incorrere in depressione o disagio emotivo.

A tutto questo si aggiunge che i pazienti che assumono AO necessitano di attuare diversi comportamenti che li aiutino a gestire il trattamento ed evitare complicanze. Questi comportamenti sono stati definiti come “comportamenti di self-care”.

Lo studio SCOAAI utilizza strumenti validati in grado di misurare proprio il livello di self-care dei pazienti e del proprio caregiver. In particolare, alcune variabili possono essere associate a un livello di self-care più alto o più basso, e la loro conoscenza è importante per guidare degli interventi mirati da parte degli operatori sanitari e migliorare gli esiti del paziente.

I risultati dello studio, quindi, potrebbero migliorare le strategie assistenziali di presa in carico dei pazienti oncologici in terapia con AO e favorire interventi assistenziali mirati per quei pazienti con un basso livello di self-care.

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