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Camagna – Grande festa per l’inaugurazione del Museo della Resistenza del Monferrato

Camagna – Grande festa per l’inaugurazione del Museo della Resistenza del Monferrato, svoltasi il 5 aprile dalle ore 17.

L’iniziativa ha visto la partecipazione di un folto pubblico e di diverse autorità per celebrare un percorso che ha rappresentato, per circa due decenni, il proverbiale lancio del cuore oltre l’ostacolo. Infatti, dopo pochi anni dalla costituzione della Sezione (settembre 1999), proprio dai soci fondatori e da altri sensibili ai temi della Resistenza, era stata lanciata una sottoscrizione popolare per acquistare e, successivamente, donare la casa natale della medaglia d’oro al valor militare, Eusebio Giambone, al Comune di Camagna Monferrato.

Dopo l’esito positivo di questa impresa, l’impegno della sezione ANPI locale è proseguito nella ricerca di fondi dalla Regione alla Provincia, per cercare di realizzare lì un museo destinato a raccontare l’esperienza fuori dall’ordinario della partecipazione all’antifascismo e alla lotta di liberazione del borgo monferrino. Numeri alla mano, il solo Comune di Camagna ricomprendeva 18 persone schedate dal fascismo (quindi già dai primi anni ’20), i cui dati sono consultabili presso il Casellario Politico Centrale nell’Archivio Centrale dello Stato, a Roma e saranno accessibili anche nel Museo camagnese. Oltre a questi vanno ad aggiungersi gli 80 cui è stata riconosciuta la qualifica di partigiano, patriota, benemerito o deportato, numeri che, per la loro entità, ben meritano una struttura ad hoc per la trasmissione della storia dei propri concittadini illustri.

L’inaugurazione ha visto al tavolo il Sindaco Claudio Scagliotti che ha dato il benvenuto al pubblico e ai numerosi ospiti ripercorrendo le tappe del Museo. Emma Idra ha poi dato lettura della “lettera alla figlia”, dedicata da Eusebio Giambone alla figlia Gisella (mancata il 13 gennaio 2023). Dal tavolo hanno portato il loro saluto la nipote di Gisella, Viola Invernizzi, e il Presidente della Sezione ANPI, Luigi Baracco, fondatore della stessa e tra i promotori della sottoscrizione popolare per l’acquisto di Casa Giambone, che ha terminato ricordando chi in quel progetto aveva profuso tanto impegno e non c’è più: Leo Cantatore e Luigi Sanlorenzo.

Uno dopo l’altro si sono, poi, susseguiti gli interventi istituzionali, che hanno visto: in rappresentanza dell’ente Regione (che ha contribuito maggiormente per i lavori di recupero dell’immobile), il consigliere Domenico Ravetti; in rappresentanza della Circoscrizione IV di Torino (ove ha sede il Sacrario del Martinetto, luogo in cui Giambone e gli altri sette del Comitato Militare Regionale del CLN furono uccisi proprio il 5 aprile di ottant’anni fa), il Presidente Alberto Re, che ha annunciato lo stato di avanzamento della proposta tra i Comuni di Camagna e Torino per la stipula di un protocollo volto a promuovere iniziative scolastiche e culturali grazie al legame della figura di Eusebio Giambone; in rappresentanza dell’Associazione Memoria della Benedicta, il Presidente Daniele Borioli, ai tempi dei primi lavori per il recupero dell’immobile, vicepresidente della Provincia di Alessandria e, successivamente, Assessore regionale ai trasporti; in rappresentanza della Segreteria Provinciale dell’ANPI, Mara Scagni, già sindaca della città di Alessandria; in rappresentanza del Centro studi “Anna Seghers”, che ha dato un grande contributo per il Centro di documentazione storica del Museo, il Direttore Davide Rossi; in rappresentanza dell’Istituto Storico della Provincia di Alessandria (ISRAL), il Presidente Mariano Santaniello, che ha ricordato anche gli aspetti legati alle trasformazioni di Casa Giambone sotto il profilo architettonico.

Terminati gli interventi istituzionali è stata la volta del taglio del nastro e, subito dopo, il pubblico e gli ospiti sono stati invitati a seguire il percorso di visita al Museo: partendo dal piano dei portici municipali, si trovano i locali destinati ad assolvere i compiti di sala convegni e riunioni; si è passati al piano intermedio, sede del Centro di documentazione storica, arrivando al piano terreno (con l’ingresso su Via Martire Giambone) in cui si trovano la stanza di accoglienza e quella espositiva (in cui erano già presenti diverse uniformi legate alla storia locale) con passaggio ai sottostanti vani cantina e all’ampio infernot pubblico. Al termine delle visite, sotto i portici municipali, si è poi svolto un momento conviviale.

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