Attualità, Casale Monferrato

ANGSA Casale – “La gestione di affettività e sessualità nel disturbo dello Spettro Autistico”

Formazione offerta con competenza dalla dott.sa Giulia Giovagnoli AUTISMO, AFFETTIVITÀ E SESSUALITÀ: PARLIAMONE Interessante giornata di studio promossa da Angsa Casale

CASALE – La sede Fondazione Buzzi di Casale ha ospitato sabato scorso una interessante ed efficace giornata di formazione rivolta a genitori e operatori sul tema “La gestione di affettività e sessualità nel Disturbo dello Spettro Autistico” grazie al contributo di AVIS Sezione di Casale.

Ad accompagnare i convenuti in un percorso di necessaria e importante consapevolezza è stata la dottoressa Giulia Giovagnoli, psicologa e psicoterapeuta cognitivo- comportamentale, che ha condiviso con competenza e apprezzabile efficacia comunicativa la propria esperienza in questo ambito, molto delicato e molto spesso non affrontato con la necessaria serenità.

Dopo aver introdotto il tema fornendo dati e statistiche scientificamente supportati, e ponendo come premessa indispensabile l’assunto che la maturazione psicoaffettiva e sessuale delle Persone nello spettro è del tutto assimilabile a quella dei neurotipici, Giovagnoli ha consentito ai partecipanti di addentrarsi senza imbarazzo nell’approfondimento del tema, sottolineando l’importanza di accrescere la propria consapevolezza in merito per fornire il necessario sostegno e supporto a bambini, ragazzi e adulti. “È importante cominciare ad affrontare la questione da piccoli – ha affermato la relatrice – partendo dal presupposto che non si tratta di un “problema” ma di un aspetto importante e fisiologicamente naturale nella crescita dei bambini e dei ragazzi. Il ritardo nel parlarne o il rimandare può solo condurre a dover affrontare comportamenti problema e disfuzionali che sono poi più difficili da ricondurre ad una sana gestione della propria sessualità”.

Il numero dei partecipanti, non eccessivamente alto (forse qualche presenza in più sarebbe stata auspicabile, vista la competenza e bravura della relatrice e la delicatezza del tema, ndr), ha favorito altresì uno scambio continuo, spontaneo e genuino, con domande da parte dei genitori e degli operatori presenti, che si sono ritrovati pienamente nelle situazioni descritte da Giovagnoli e hanno colto l’occasione per dirimere più di un dubbio fornendo esempi e descrivendo le strategie cognitivo-comportamentali scientificamente validate utili nella gestione e nell’insegnamento dei comportamenti presi in esame.

“Soprattutto per i bambini e ragazzi non verbali – ha evidenziato la psicoterapeuta – è importante non dare nulla per scontato, sia dal punto di vista informativo che operativo, aiutandoli a scoprire e comprendere ciò che accade al loro corpo, ad acquisire le regole della convivenza identificando con chiarezza quali siano i luoghi ‘pubblici’ e quali quelli ‘privati’ al fine di adottare comportamenti socialmente condivisi e funzionali al rispetto di sé, degli altri, della propria dignità e protettivi. Per questa ragione è estremamente importante che le Persone autistiche acquisiscano, in un percorso che necessariamente inizia durante l’infanzia, oltre alle regole sociali anche le autonomie personali. La difficoltà a decodificare le situazioni sociali e di entrare in relazione con il gruppo dei pari età, e quindi

di accedere ad apprendimenti ‘più naturali’ (come avviene dal confronto tra ragazzi neurotipici) necessita di training di insegnamento specifici condotti da specialisti esperti. La famiglia, come per tutti gli interventi educativi rivolti alle Persone con Autismo, ha un ruolo fondamentale”.

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