Sport, Volley

Volley – Euromac Mix: in bocca al lupo Federica!

Nello sport è facile e a volte troppo scontato, parlare di favola che diventa realtà. Di atlete che mettono il piede in palestra da bambine e che ne escono donne, pronte ad affrontare la vita e il mondo del lavoro. Metafore stra-usate, spesso a sproposito. Ma non è questo il caso. 

FEDERICA DEAMBROGIO

Questa è la storia reale di una ragazza di Valenza che, con 15 anni ancora da compiere, lascia la società dove ha iniziato con il minivolley, per approcciarsi ad un mondo nuovo. Quello della Junior Volley. Si possono dire molte cose sulla società casalese, ma un dato di fatto rimane. Quella rossoblu non è una maglia come tutte le altre. Trasuda storia e blasone ed è stata indossata da giocatrici che sono entrate nella storia della pallavolo. Da Mifkova a Freyberger, da Cappa e Giordana, passando per decine e decine di ragazze che hanno lasciato un segno nella Junior, che hanno dato e ricevuto, partecipando alla leggenda del primo club tesserato in Italia. 

Federica è arrivata a Borgo San Martino in punta di piedi, insieme alla concittadina Sara Serafin. Lo ha fatto 11 anni fa e da quel momento non è più uscita dal mondo juniorino. Inutile dire che i sacrifici sono stati tanti. Chi conosce Federica sa che il suo carattere è particolare. Schiva, timida, ma non per questo sprovveduta. Ha superato stagioni di panchina, si è messa a disposizione di tecnici e compagne senza creare il minimo problema. Nello spogliatoio è stata benvoluta da tutti ed il suo percorso ha conosciuto tappe importanti in tutte le categorie. Dall’under 16 all’under 18, dalle serie D alla B1, unendo le esperienze formative ed importanti che ha avuto ad Alessandria, Acqui e Novi Ligure. Poi, il cerchio si è chiuso. La sua ultima maglia è stata quella rossoblu ed il ruolo quello di centrale, lo stesso con il quale era arrivata dalla Pallavolo Valenza. 

“Nelle scorse settimana ero più pronta a partire – commenta Federica – oggi che si avvicina il fatidico giorno, lo sono un po’ meno. Mi dispiace, perché lascio un gruppo stupendo che non è fino ad ora riuscito a dimostrare sul campo quello che realmente vale, ma sono consapevole che sia la scelta giusta per me e per la via vita professionale. Sono esperienze che devi fare al momento adeguato; quel momento è arrivato e devo cogliere questa preziosa occasione. Il lavoro chiama e non ci si può tirare indietro. Come lascio la Junior? Il mio cuore è qui, lo è sempre stato e sempre lo sarà. Non penso sia possibile allenarsi nella mia nuova realtà, ma so che le porte rossoblu saranno sempre aperte per me. Non ho rimpianti. Ho ricevuto tanto e ho dato tutta me stessa. Certo, si può sempre fare meglio, ma sono soddisfatta di questa stagione perché è stata tra le migliori dal punto di vista personale. Lo spogliatoio è perfetto, il tecnico mi ha aiutata e mi ha insegnato moltissimo e poi ho percepito una fiducia totale nei miei confronti da parte di tutti. Sono sensazioni complicate da spiegare, ma che è bello portare nel cuore per tutta la vita. Con il club abbiamo pianificato al meglio la partenza, cercando di arrivare il più vicini possibile alla sosta tra la prima e la seconda fase. La vittoria di sabato mi alleggerisce un po’ la mente e spero sia solo la prima di una lunga serie. Auguro il meglio alle mie compagne e le seguirò in streaming facendo un tifo sfegatato per loro!” 

Mancherà? Certo che mancherà. Alle compagne, alla società, agli allenatori. Mancherà la giocatrice, ma soprattutto la persona, perché Federica è davvero unica ed è stato un onore condividere una parte del cammino di vita. Ora la attende il Belgio. Un tirocinio di studio che servirà per prendere una specializzazione utile alla sua vita professionale.

Un percorso intrapreso qualche anno fa da un’altra ragazza con la Junior nel cuore: Jessica Sacco. Se il capitolo con la pallavolo giocata sia arrivato alla fine nessuno lo sa. Ci auguriamo che non sia così, perché Federica può dare e ricevere ancora molto da questo sport. Per ora ci limitiamo a farle il più grande degli in bocca al lupo. Perché se li merita. 

Perché la bambina entrata in palestra a soli 15 anni, è diventata una donna con la D maiuscola. 

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