Dopo i concerti boutique dei big sul main stage nel Chiostro di Santa Croce, il MonJF chiude la sessione di giugno col concerto nel bosco. Le prossime date ad agosto
La seconda settimana del Volume 1 dell’ottava edizione del MonJF ha aperto una sei giorni no stop sul main stage del cortile di Palazzo Langosco (Via Cavour 5), nel centro storico di Casale, regalando agli spettatori oltre alla bellezza dei suoni una vista incantevole sul Chiostro di Santa Croce, affrescato all’inizio del 1600 da Guglielmo Caccia detto il Moncalvo e di cui quest’anno anche il Festival ha ricordato i 400 anni dalla morte con la sua Anteprima durante la Lunga Notte delle Chiese dello scorso 6 giugno.
Lo spirito del Festival è proprio quello di spargere semi di jazz e farsi racconto jazz del territorio, la storia, la cultura, le tradizioni, in modo sostenibile, nel rispetto dei luoghi e dell’ambiente. Un modo di porsi che si esplica con la scelta di offrire ai presenti l’acqua con l’acquisto, dietro cauzione, del bicchiere, per raccogliere fondi da destinare alla foresta condivisa del Parco del Po oltre alla vendita delle bombe di semi, realizzate dal Parco del Po Piemontese, per far rifiorire anche gli spazi tristi.
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Tra gli aspetti peculiari del Fest la valorizzazione della presenza femminile e dei giovani, che ha caratterizzato la prima serata con i concerti boutique della giovanissima e già talentuosa cantante e trombettista catalana Alba Armengou che ha presentato il suo ultimo disco Susurros del Viento, con una vena poetica che ha incantato il pubblico, accompagnata da Vincente Lopez alla chitarra e Tramel Levalle (percussioni e voce) che si è esibito anche da solo con una sua composizione dedicata ad un amore non corrisposto, accompagnato da uno strumento a percussioni molto particolare, la karimba. L’intervallo tra il primo e il secondo concerto ha dato modo al pubblico di degustare l’Amaro Casale e altri distillati offerti dalla Distilleria Magnoberta 1918, per poi tornare ad applaudire un’altra grande artista catalana Rita Payes, che aveva già partecipato al MonJF nel 2022 e che quest’anno è tornata con una prima nazionale, accompagnata da Pol Batlle Huedo (chitarra) Horacio Fumero Ramirez (contrabbasso), Juan Pablo Rodriguez Berbin (batteria) e Elisabet Roma Torres, la talentuosa mamma di Rita alla chitarra. Una serata completamente dedicata alla Spagna, grazie alla nuova collaborazione che il MonJF ha instaurato con l’Istituto Ramòn Llull di Barcellona, con cui ha iniziato un progetto di scambio perché – come ha detto la codirettrice artistica del Festival Ima Ganora – Monferrato e Catalogna sono molto vicini sotto diversi aspetti. “Il Monfrà Jazz Fest è una perla meravigliosa del nostro Monferrato” è stato il commento del sindaco di Casale Emanuele Capra chiamato sul palco da Genny Notarianni, giornalista e presentatrice che anche quest’anno si è occupata della presentazione di tutte le serate del festival e delle interviste agli artisti (disponibili sul canale TV di monferratowebtv). Il Primo cittadino si è complimentato con l’organizzazione del Fest “per far arrivare a Casale artisti di fama internazionale, portando in alto il nome del nostro territorio patrimonio Unesco”. Una prima serata di concerti boutique che è stata una profonda esperienza di suoni e di emozioni per un pubblico numeroso che ha richiesto a gran voce il bis.
Mercoledì il cortile di Palazzo Langosco si è trasformato in un dance floor all’aperto grazie all’energia di Vincen Garcìa, considerato tra i migliori bassisti al mondo e dotato di simpatia e di presenza scenica in grado di trascinare il pubblico in cori, balli sfrenati e mani alzate con la musica funky del suo album Ventura, accompagnato da musicisti altrettanto talentuosi e scatenati, regalando 90 minuti di vibrazioni da pelle d’oca. Vincen ha ringraziato più di una volta Casale Monferrato e a fine concerto si è concesso ai suoi follower per selfie e autografi.
Giovedì nuovo sold out al Chiostro di Santa Croce per il Maestro Raphael Gualazzi, che ha incantato il pubblico al pianoforte, accompagnato da Anders Ulrich contrabbasso e Gianluca Nanni batteria nel primo set, a cui si è aggiunta l’Orchestra Bruno Maderna diretta dal maestro Stefano Nanni, per regalare al pubblico l’esperienza imperdibile di arrangiamenti inediti pensati per la musica orchestrale. Il repertorio di Gualazzi ha spaziato dalla sua composizione più conosciuta “Follia d’amore” con cui vinse Sanremo nel 2011, a pezzi come Devil Cryng in cui Gualazzi esplora l’animo umano, il concetto di compassione e di quanto sia importante rinunciare all’odio nella vita, per stupire ancora con un divertissement ispirato a Il Trovatore di Verdi (Vedi le fosche notturne spoglie) fino a salutare e stupire il pubblico con un bis in cui sempre accompagnato dagli orchestrali ha suonato “Dos Gardenias” con l’ukulele.
In occasione del concerto di Gualazzi d’intesa con il MonJF il Collegio dei Geometri di Casale in collaborazione con il Parco del Po Piemontese ha effettuato l’apertura straordinaria (ore 18.30-19.30) del Mu.Di. il museo dinamico che racconta la storia di come il territorio riuscì a dotarsi di un efficiente sistema di irrigazione per l’agricoltura (le risaie in particolare) e l’industria cementiera, grazie all’attività di politici e statisti locali illuminati quali Camillo Cavour, Giovanni Lanza e Filippo Mellana e grazie a videotestimonianze vuole sensibilizzare alla tutela della risorsa acqua. Nei locali del Mu.Di. in via XX Settembre 134 a Casale Monferrato è ospitata, fino a giovedì 31 luglio, la Mostra Nodes, che propone trentadue manifesti realizzati da artisti di tutto il mondo e provenienti dagli archivi della biennale internazionale del manifesto in Messico, allo scopo di sensibilizzare alla tutela dell’ambiente e della biodiversità. Il Museo e la mostra sono visitabili su prenotazione tel. 0142 55444 collgeom@netcomp.it.
Venerdì le fughe e i ritorni che caratterizzano l’anima in cammino del jazz si sono realizzati con il doppio concerto del Nicola Concettini Quintet e Ada Montellanico trio, in una serata di sperimentazione, contaminazione e improvvisazione. Sul palco con Genny Notarianni è intervenuto brevemente Marco Lanza, direttore di Alexala (centro informazioni turistiche della provincia di Alessandria), per testimoniare come i valori del MonJF che vuole essere “racconto jazz di un territorio” si sposi perfettamente con gli obiettivi dell’Agenzia, che promuove il territorio alessandrino narrandone i luoghi, curando l’accoglienza di chi lo visita e facendosi custode del paesaggio.
Nel primo set Nicola Concettini amico dagli esordi del MonJF e fautore del gemellaggio del nostro Festival con Borgo in Jazz in Molise, ha presentato per la prima volta sul palco del cortile di Palazzo Langosco Jazz Seed, un progetto commissionato dalla direzione artistica del MonJF e che sarà registrato a novembre, fatto di interplay e improvvisazione e che utilizza anche la musica elettronica, accompagnato da Giovanni di Carlo (chitarra), Lewis Saccocci al pianoforte, Vincenzo Quirico al contrabbasso e Giovanni Campanella alla batteria. Un intervallo di quindici minuti per rinfrescarsi con il beverage a cura di Sansapalooza e la serata è ripresa con la performance più di avanguardia e “di fuga” dell’intero Festival, con la formazione di Ada Montellanico voce, autrice e cantante tra le più importanti e innovative della scena jazz italiana,Giovanni Falzone alla tromba e Jacopo Ferrazza al contrabbasso, un trio voce-strumenti inusuale nel jazz ma che ha regalato al pubblico sensazioni uniche. “Io amo le sfide” sono state le parole di Ada nel presentare il repertorio della serata, tra cui una rivisitazione jazz di Parole di burro di Carmen Consoli, le musiche ai testi di due poesie inedite di Luigi Tenco (la sola ad essere stata autorizzata dalla famiglia Tenco a fare questa operazione) ma anche scrittrice di testi per un brano di musica barocca da lei arrangiato in versione jazz, per ricordare che nel Seicento le parti femminili erano interpretate dai castrati, essendo vietato alle donne calcare le scene.
Venerdì 27 il MonJF ha lasciato spazio anche alla letteratura con la presentazione alle ore 17 nel chiostro di Santa Croce in via Cavour 5 del volume Gufi e Civette Vietato gufare, di Marco Mastrorilli e Stefania Montanino. Con la presenza di Mastrorilli, ornitologo e divulgatore scientifico, che ha improvvisato, in puro stile jazz, il dialogo con la direttrice artistica del MonJf Ima Ganora e con Maria Teresa Bergoglio del Parco del Po Piemontese, un pubblico numeroso, nonostante la calura, ha potuto scoprire molte curiosità che riguardano gufi, civette e rapaci in genere.
Sabato 28 il MonJF ha festeggiato la conclusione del ciclo di concerti boutique nel cortile di Palazzo Langosco, con un doppio appuntamento: Julia Colom ha fatto il suo debutto in Italia “sono tanto innamorata della bella Italia e spero di tornarci presto” ha detto e ha dato prova delle sue doti di canto e di compositrice, presentando il suo album Miramar nella volontà di tramandare la tradizione orale musicale le “tonadas” (i canti del lavoro nei campi) della sua terra, Maiorca e delle sue radici contadine, reinterpretandole in chiave jazz e pop, con la sua voce magnetica, accompagnata alle chitarre da Oscar Garrober e Marina Tomàs Amado, alla batteria Roger Calduch Suspedra.
Il finale di serata ha visto Philip Lassiter arrangiatore e trombettista di fama mondiale vincitore di 11 Grammy Awards, far alzare in piedi e ballare il pubblico, in una performance funk, jazz e soul con la sua six-piece band affiancato dalla bellissima interpretazione vocale di Josephine Murice, Davy Henket alla batteria, Aaron Bouwman al basso, Richie Reichgelt alla tastiere e Kevin Jube chitarra. ”Avere un artista stratosferico come Philip è un regalo che abbiamo voluto farci, per chiudere questo primo volume di questa avventura che ci ha regalato tantissime soddisfazioni” ha concluso Ima Ganora.
Prima dei concerti di sabato il MonJF ha regalato due appuntamenti per le famiglie e per gli amanti dell’arte: alle 17 Fiabe in jazz Raggi di arancia e spicchi di sole alla Biblioteca Emanuele Luzzati al Castello di Casale, di e con Silvia Musso che ha proposto una fiaba musicale attraverso la voce e il suono dell’arpa, in un’esperienza che ha affascinato grandi e piccini. Sempre alle 17 ma al Museo Civico di Casale visita guidata (compresa nel biglietto d’ingresso, a prezzo ridotto con il biglietto del festival) “Gli strumenti musicali raffigurati nelle opere d’arte del Museo”, un’occasione per avere una interpretazione diversa di alcune delle opere della collezione del Museo, tra cui “Gli angeli musicanti” di Orsola Caccia, figlia di Guglielmo Caccia detto il Moncalvo.
Domenica chiusura ufficiale del Fest a Odalengo Grande con i ritmi brasiliani del trio Lua Nova Trio, accarezzati dal bosco sull’Eremo di Moncucco che anche grazie al Fest è stato restaurato e restituito alla comunità. Come ha sottolineato Fabio Olearo sindaco di Odalengo Grande e Presidente dell’Unione dei Comuni della Valcerrina, “Parlando di semi di jazz, noi otto anni fa abbiamo già piantato dei semi, in quanto siamo riusciti a recuperare questo luogo e sicuramente non avremmo immaginato che dopo otto anni avremmo potuto ammirare una chiesa che non è più piena di macerie ma si può visitare. Un intervento gravoso per un comune piccolo come il nostro ma indispensabile, perché volevamo dare un segnale alla comunità, per fare in modo che questi borghi non si spopolino, perché non si può chiedere ai giovani o a chi arriva qua per la prima volta di investire sul nostro territorio se non siamo noi i primi a crederci”.
Il Festival continuerà a spargere semi di jazz con nuove date ad agosto, nei borghi della Valcerrina, tra boschi, vigne e antiche pievi, con nuove esperienze di turismo musicale. Segnatevi le date del 14, 15, 16 e 17 agosto e continuate a seguirci sul nostro sito www.monjazzfest.it per tutti gli aggiornamenti.
Convenzioni sull’acquisto dei biglietti:
per questa edizione 2025, gli ospiti delle strutture ricettive con sede nei comuni della Valcerrina e di Casale Monferrato, avranno l’opportunità di avere il prezzo ridotto sul biglietto dei concerti a pagamento.
Ideato e promosso da Le Muse Accademia Europea d’Arte di Casale Monferrato, il Monfrà Jazz Fest è sostenuto da istituzioni ed enti pubblici – in special modo da Regione Piemonte, dal Comune di Casale Monferrato, dall’Unione dei Comuni della Valcerrina, dal Comune di Camino, dal Comune di Cerrina, dal Comune di Gabiano, dal Comune di Mombello, dal Comune di Odalengo Grande, dal Comune di Sala Monferrato – e da alcuni importanti soggetti privati.
Lista completa su https://www.monjazzfest.it/partner/.