Canottaggio, Casale Monferrato, Sport

Tiziano Allera e Marie Helene Cully in barca per l’attraversata del Po da Pavia fino al delta

Ne hanno parlato davvero tutti, quotidiani, settimanali e televisioni. L’Associazione Vogaposse di Milano ha organizzato la discesa del Po, con partenza sabato 31 maggio da Pavia e arrivo al delta sabato 7 giugno, con quattro imbarcazioni a remi (denominate GIG), ognuna composta da un equipaggio di cinque  persone.
Il percorso totale, superiore ai 400 km, è stato suddiviso in tappe giornaliere di circa 55/65 km.La prevalenza dei partecipanti era di Milano, ma con una connotazione internazionale: oltre ad un rematore di Napoli, anche due rematrici britanniche (Susan ed Erin) e due “colonne” della Canottieri Casale come Tiziano Allera e Marie Helene Cully

«Una forma di “turismo” che ci ha consentito di apprezzare la bellezza del fiume, remando per circa otto ore al giorno, a volte senza vedere né costruzioni, né anima viva per chilometri, sentendo solo il rumore dei remi che solcano l’acqua e il cinguettio degli uccelli curiosi che svolazzano sopra le imbarcazioni. Ogni tanto un pesce fa capolino saltando anche sulla barca», ci hanno raccontato i vogatori del club monferrino, di ritorno dal viaggio sul fiume.

Un mondo quello remiero che unisce la fatica e il rigore alla bellezza di trascorrere e condividere momenti davvero piacevoli con persone che hanno lo stesso interesse. «Lo sforzo è stato notevole, ma le pause pranzo e soprattutto quelle serali erano allietate non solo dall’ottima compagnia, ma anche da deliziose specialità locali innaffiate da buon vino, passando da “baracche” con terrazze sul fiume che friggevano pesciolini appena pescati al ristorante dello chef stellato Massimo Spigaroli, “re del culatello” che ha mostrato le cantine dove vengono stagionati i culatelli poi venduti in tutto il mondo (grande estimatore è re Carlo d’Inghilterra, amico dello chef)», hanno “confessato” Marie Helene e Tiziano.

La giornata “tipo” era sveglia all’alba, un paio d’ore di remate, pausa veloce per sgranchirsi le gambe, altro paio d’ore e poi pausa pranzo; al pomeriggio altre quattro ore intervallate da un break e poi arrivo ai pontili, messa in sicurezza delle barche e poi cena.
Si è dormito poco, remato tanto, apprezzato tantissimo sia la compagnia, sia la bellezza del nostro fiume: un’esperienza da fare per capire appieno e vedere il nostro Paese da un diverso punto di vista, con un paesaggio che varia da folta vegetazione, a pioppeti fino ai canneti al Delta.

Emozionante l’arrivo al delta del Po, a Goro, all’isola dell’amore: nell’ultimo tratto la vegetazione si trasforma in enormi canneti, la corrente non solo diminuisce ma diventa pure contraria per via del mare che si insinua nel fiume. Bagno “tonificante”, prima di arrivare al Po di Volano.
Ultimo tratto non privo di emozioni: in mare aperto si è alzato un forte vento di scirocco, con onde alte laterali che hanno costretto due imbarcazioni a chiedere soccorso alla Guardia costiera, imbarcando troppa acqua che comprometteva il galleggiamento.I due “master” monferrini hanno apprezzato tantissimo l’organizzazione del Vogaposse.
Una gita che non avrebbero voluto fosse finita così presto.Il problema infatti è stato ritornare alla routine di tutti i giorni.

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