Un vecchio violino, un bambino che avrebbe avuto il diritto di giocare e una storia che non può essere dimenticata.
Ritorna sui palchi astigiani “Guido suonava il violino”, lo spettacolo realizzato da Casa degli alfieri in collaborazione con ISRAT – Istituto per La Storia della Resistenza e della Società Contemporanea di Asti.
Sarà in scena domenica 26 gennaio alle 17, al Teatro Municipale di Moncalvo.
Lo spettacolo è organizzata dall’Ecomuseo BMA con l’ISRAT, con il contributo della Regione Piemonte ed in collaborazione con il Comune di Moncalvo, la Rete Ecomusei Piemonte ed il Laboratorio Ecomusei.
Commenta il sindaco Diego Musumeci: “Siamo onorati di ospitare questo spettacolo teatrale a Moncalvo, un evento che ci permette di rendere omaggio alla memoria di Guido Foà, un bambino innocente vittima della tragedia della Shoah. Questo spettacolo non solo ci invita a riflettere su un passato doloroso, ma ci offre anche l’opportunità di ricordare e trasmettere alle nuove generazioni l’importanza di non dimenticare. Ringrazio di cuore l’ISRAT di Asti e l’Ecomuseo Basso Monferrato Astigiano per il loro impegno costante nella valorizzazione della memoria storica e per aver reso possibile questo evento, che rappresenta un’occasione di crescita collettiva e di riflessione profonda. Il nostro compito, come comunità, è preservare e trasmettere la memoria di storie come quella di Guido, affinché tragedie simili non si ripetano mai più.”
La pièce, tratta liberamente dal racconto “Un violino” di Nicoletta Fasano, con il testo e la regia di Patrizia Camatel e gli oggetti scenici di Agnese Falcarin, vede in scena Elena Formantici; il risultato è uno spettacolo teatrale tutto al femminile, intenso e coinvolgente, che si dipana come un racconto giallo e assume le misteriose atmosfere di un thriller a carattere storico.

Un vecchio violino entra prepotentemente nella quotidianità di una donna, ricercatrice di professione, costringendola ad abbandonare il suo rassicurante, scientifico metodo di indagine e chiedendole di dedicarsi, anima e cuore, alla ricostruzione di una storia da salvare dall’oblio: quella di Guido Foà, il più piccolo deportato dalla città di Asti.
“Sono trascorsi più di 20 anni da quando è stata istituita la giornata della memoria – commenta Nicoletta Fasano, direttrice dell’ISRAT, nonché autrice del racconto – ma io rimango sempre critica a riguardo, perché si è fissata in una retorica che allontana piuttosto che avvicinare. In una società che banalizza e semplifica, riflettere e porsi dei problemi sulla storia di ottant’anni fa è una scommessa perché ci invita a ragionare sulla complessità. La giornata della memoria funziona se ci educa a non banalizzare gli eventi storici e contemporanei e se ci aiuta a recuperare delle storie”.
Nel caso di Guido, partendo da un pretesto, un violino che non si sa a chi sia appartenuto, si è riusciti dare voce a un bambino, il cui nome sarebbe scomparso nelle pieghe della storia. Grazie a questo spettacolo e all’enorme lavoro di ricerca che lo ha preceduto, oggi le istituzioni si sono attivate: infatti, quest’anno ad Asti verranno posate le pietre di inciampo per questa famiglia.
“In corso Alfieri ad Asti – conclude Fasano – ci sarà una memoria fissa che ricorda che lì ha vissuto la sua quotidianità un bambino come milioni di altri bambini, che aveva probabilmente solo voglia di giocare e che non ha potuto andare oltre i suoi 8 anni. Inciampare in questo segno, ricordare le sue parole e aver presente la sua fotografia è un modo per attivare la memoria in maniera costruttiva, come la giornata della memoria ci chiede realmente di fare”.
L’ingresso è gratuito.
Per info: 328/706.90.85 (chiamare in orario pomeridiano)