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Celebrazione del centenario del monumento ai caduti a Zenevreto di Mombello Monferrato

Domenica 4 giugno si è svolta a Zenevreto, piccola frazione del Comune di Mombello Monferrato la solenne celebrazione del centenario dell’erezione del locale monumento dei caduti. La manifestazione ha preso il via fin dalla prima mattinata con il ritrovo presso il Piazzale Monte Lupo con la colazione alpina preparata con cura dal locale Gruppo Alpini di Mombello-Zenevreto e da tutti volontari del circolo di Zenevreto. Mentre la popolazione iniziava a radunarsi e la Banda della Bersagliera intonava i primi inni e marce di carattere militare, si presentavano anche le varie autorità: per primo il sindaco di Mombello Augusto Cavallo pronto ad accogliere l’Onorevole Enzo Amich e il Presidente della Provincia di Alessandria Enrico Bussalino, e a seguire i sindaci dei Comuni di Gabiano, Odalengo Grande, Ponzano, Villadeati e Villamiroglio, oltre ai militari della locale stazione dei Carabinieri.

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Alle 10,30 iniziava la breve processione che al suono della banda, portava tutti i presenti davanti al monumento ai caduti per l’alzabandiera e la deposizione della corona di alloro. Dopo aver intonato il silenzio iniziavano i discorsi delle autorità a cominciare dal locale Capogruppo degli Alpini Piero Antonio Magro che ricordava come il monumento di Zenevreto sia uno dei primi ad essere stati eretti dopo la fine del primo conflitto mondiale, portando infatti la data del 7 settembre del 1920.
Il centenario ufficiale infatti ricorreva nel 2020 ma per via dei problemi causati dalla pandemia la celebrazione è slittata di alcuni anni.A seguire era la volta del Sindaco di Mombello che ricordava l’importanza di ricordare il messaggio che tali monumenti ci trasmettono e che a distanza di cento anni è ancora molto attuale. 
A seguire hanno preso la parola il Presidente Bussalino e l’Onorevole Amich prima della chiusura da parte del Presidente della Sezione ANA di Casale Monferrato Gian Luigi Ravera.
Terminati gli interventi delle autorità presenti ci si è inquadrati sempre nel Piazzale Monte Lupo per la Santa Messa celebrata all’aperto dal Parroco don Carlo Pavin.
Dopo la messa nuova breve processione fino al monumento per la benedizione e le foto di rito.
Terminata la celebrazione ufficiale il folto pubblico con alcune autorità proseguiva i festeggiamenti raggiungendo la vicina struttura di Cascina Montena, per l’occasione addobbata a festa, e consumare un gustoso ed abbondante pranzo in allegria ed amicizia. 

Discorso del Sindaco di Mombello Monferrato

Buongiorno a tutti, e un caloroso benvenuto alle autorità civili, militari e religiose e a tutti i presenti qui oggi.
Sono onorato di poter celebrare questa giornata che, con tre anni di ritardo, ricorda l’inaugurazione il 7 settembre del 1920 del Monumento ai caduti, costruito per commemorare quanto è accaduto nella Grande Guerra e preservarne il ricordo collettivo.
La Prima Guerra mondiale provocò la morte di milioni di persone e portò dietro una lunga scia di ferite che impiegarono decenni a rimarginarsi: la distruzione di case ed edifici pubblici, la povertà e la miseria, le migrazioni forzate cui fu sottoposta la popolazione italiana.
Spesso ci chiediamo perché ricordare qualcosa di così doloroso , perché non lasciare che la sofferenza sedimenti e venga poco alla volta dimenticata . Perché, invece, abbiamo il compito di mantenerne la  memoria?
I giovani oggi talvolta non comprendono  perché debbano studiare la storia, perché siano costretti a ripercorrere vicende che appaiono loro lontane e, apparentemente,  passate per sempre.
Questo monumento è la risposta ai loro dubbi. Perché non è SOLTANTO un bassorilievo in cemento in cui l’autore ha voluto rappresentare simbolicamente un soldato ferito, ma a fare la Storia è soprattutto l’iscrizione con i nomi dei caduti.
Marcello, Guido, Celestino, Silvio, Andrea, Carlo, Evasio, Ernesto, Luigi, Eligio e Federico hanno immolato la loro vita per il sogno di un’Italia  libera e la scritta “Solo chi sogna … può volare” deve farci ricordare che abbiamo l’obbligo morale di continuare a credere nei nostri sogni e nei nostri obiettivi preservando  la grandezza della nostra Italia.
Vedete, io credo che la mia generazione così come la vostra abbiano un debito di riconoscenza verso questi ragazzi che hanno combattuto senza riserve , verso la loro generazione segnata dal dolore  che ha  perso la vita per liberarci allora e ridarci quella  libertà di cui godiamo ancora oggi.
Ed eccoci qui oggi di fronte a questo monumento a ripercorrere questa pagina dolorosa ricordando che quanto abbiamo lo dobbiamo a quei ragazzi che qui persero la vita e ai loro amici che ,tornati a casa , scelsero di rinunciare alla vendetta e seppero costruire per noi la pace.
Nessuno sa dire con certezza se e quanto questa pace durerà. È una vicenda inedita persino per la Storia un periodo di tregua così duraturo.  La guerra purtroppo è sempre in agguato, come vediamo anche oggi con i venti preoccupanti che provengono dall’est Europa.
Ma noi siamo qui adesso per celebrare il centenario dell’erezione di questo monumento Uno dei primi monumenti costruiti subito dopo la fine del primo conflitto mondiale perché già allora si sentiva forte l’esigenza nella nostra comunità di alimentare il sentimento di riconoscenza verso chi era partito per il fronte e non aveva fatto più ritorno. Un centenario che ricorreva  nel 2020  ma del quale, per le note vicende legate alla pandemia,  siamo stati costretti a rinviare la giusta celebrazione.
Ed ora possiamo dire che questo monumento commemorativo ha raggiunto la veneranda età di “cento anni  più 3” ma non li dimostra. Perché è sempre attuale il messaggio che ci trasmette. Sono fiducioso che i giovani ed i bambini della nostra comunità non lo considerino solo un “bel monumento” ma che ogni volta che ci passano davanti si sentano orgogliosi dei loro “soldati” che sono stati parte di quell’enorme sforzo che ha reso il loro Paese libero e indipendente.
Dunque, a me non resta che ringraziarvi per essere qui oggi e dire a voi ma anche a me stesso in qualità di sindaco : pensiamo a questi giovani eroi, morti in queste terre, tutte le volte che – sia con gesti grandi che con gesti ordinari – siamo chiamati a scrivere parte della storia della nostra Italia!
Buona giornata a tutti.

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