Casale Monferrato, Spettacolo

Alba e Tramonto sul Po – Così comincia la Festa del Monfrà Jazz Fest

Dal 4 settembre altre 30 esibizioni, recuperando anche il “Concerto nel bosco” annullato per pioggia

La quarta edizione del Monfrà Jazz Fest è cominciata in un clima di happening tra gli amanti del fiume e quelli della musica. Al tramonto di sabato 19 giugno le barche vanno avanti e indietro sul grande lago davanti all’imbarcadero di Casale Monferrato mentre la gente fa già la coda, sia per i posti nell’area del concerto (le disposizioni anti-covid prevedono la prenotazione), sia per una bruschetta e un bicchiere di vino messi a disposizione dagli Amici del Po. La presentazione della serata inaugurale è affidata come di consuetudine a Genny Notarianni che invita sul palco Ima Ganora, presidente di Le MuseAccademia Europea d’Arte. “Si chiama Monfrà Jazz Fest, però Fest non sta per Festival, ma per festa”, spiega Imache questa festa l’ha fondata nel 2018. Poi, nel salutare e ringraziare tutto lo staff e il pubblico presente al concerto  che fa da avvio a questo MonFJ diviso in due parti, ricorda la frase che ne è diventata il simbolo: “Il Jazz è libertà di espressione ed espressione di libertà… e quanta voglia di libertà avevamo quest’anno”.

Tramonto sul Po con i classici songbook americani…

La libertà espressiva è anche quella che, grazie a una tecnica ineccepibile, ti permette di rielaborare persino i grandi classici, come fa la formazione che apre il MonJF 2021. Aura Nebiolo Quartet è capace di intraprendere un viaggio in quelle che sono alcune delle più belle canzoni americane dagli anni ‘20 ai ‘50 del ‘900, trasformandolo in un’esperienza originale. Colpisce la voce di Aura Nebiolo, non solo molto ricercata come timbro ed espressività, ma utilizzata in modo versatile sui vari registri, esattamente come uno strumento musicale.

Del resto la cantante astigiana ha nel suo curriculum corsi di perfezionamento e composizione: sa quali note prendere e come colorare ogni frase, da quelle sussurrate a quelle a piena voce. Il secondo punto di eccezione del gruppo sono gli arrangiamenti. Dietro la frontwoman ci sono Maurizio Vespa al vibrafono, Enrico Ciampini al contrabbasso, Edoardo Bellotti alla batteria: professionisti che creano tappeti funk, persino per Summertime, o riescono a far diventare un pezzo lounge Night & Day; insomma anche per loro la musica è una festa in cui divertirsi cambiando tempi, accordi, metrica.

…e alba tutta gipsy jazz

A meno di dodici ore dagli applausi che chiudono questa esibizione si torna sul Po domenica per il concerto all’alba, letteralmente, visto che sono le 7 del mattino. Questa volta è Riccardo Marchese, il giovanissimo direttore artistico del Monfrà Jazz Fest, a introdurre l’appuntamento diventato un classico tra gli appassionati di jazz e non solo, perché le atmosfere di questo luogo sono assolutamente uniche. I suoni che si riflettono sull’acqua mentre tutta la città è in silenzio valgono bene qualche ora di sonno. Anche qui le file sono sia per la musica, sia perché gli Amici del Po rinnovano la loro tradizione della “colazione monferrina”, offrendo panino con la muletta, gorgonzola o bagnetto verde (volendo anche tutti e tre insieme) e un bicchiere di barbera. 

Il resto dell’atmosfera lo fanno i 20 Strings, trio torinese che confonde il Po con l’estuario di qualche fiume francese, perché è uno dei migliori gruppi gipsy-jazz d’Italia ed è chiaro che, visto che siamo tra salici e barche, la mente vada subito a quell’immaginario di zingari con la chitarra diffuso universalmente dal film Chocolat.

Immaginario che poi non è molto distante dalla figura di riferimento del gruppo: Django Reinhardt. In scaletta ci sono ovviamente i classici del musicista di etnia sinti come Minor Swing o Les yeux noirs, ma ai tre piace andare alle radici di quella musica “che ha fondato il jazz europeo” per usare le parole di Mauri Mazzeo. Quindi largo al tango, alla rumba-gitana e persino al bolero e non ci si deve stupire se a un certo punto si sentono citazioni dai Deep Purple o persino Raffaella Carrà. Anche per Mazzeo alla chitarra solista, insieme ad Andrea Garombo al Contrabbasso e Alberto Palazzi alla Chitarra ritmica, jazz vuol dire divertirsi fino all’ultimo bis. E tutto senza mai alterare l’atmosfera placida del luogo.

La pioggia fa rinviare il concerto nel bosco

E a proposito di placidità, cosa c’è di più bello di un bosco per fare musica? Il terzo appuntamento previsto per il weekend era infatti un altro must imperdibile del Monfrà Jazz Fest: l’Eremo di Moncucco, raggiungibile con una camminata di dieci minutidalla strada per Odalengo Grande. Palco allestito di fronte all’antica chiesa che il Comune sta recuperando, pubblico seduto tra gli alberi. E’ qui che è atteso Luca Gusella, unanimemente considerato uno dei migliori percussionisti jazz italiani, per trasformare il bosco in un caleidoscopio incantato di suoni grazie al suo vibrafono.  Purtroppo i boschi sono placidi, ma poco praticabili dopo i violenti temporali come quello che si è abbattuto sul Piemonte domenica pomeriggio. Il concerto a malincuore deve essere rimandato. Poco male, sarà un appuntamento in più quando la festa del MonJF riprenderà a settembre. Rimarranno valide le prenotazioni già effettuate.

Dal 4 settembre si ricomincia

La prima parte di Monfrà Jazz Fest 2021, infatti, si conclude con questo fine settimana, ma per quanto sia stata corposa è solo un prologo rispetto a quella che comincerà il 4 settembre, proseguendo fino al 12 settembre. Sono in programma circa 30 concerti, quasi 100 musicisti, scelti tra una generazione di jazzisti che si sta imponendo nel panorama nazionale. Tre le collaborazioni che porteranno altri artisti e musica in Monferrato: quella con il Festival molisano “Borgo in Jazz, già attivata nel 2020, e poi ancora con Biella Jazz Club e il Festival Fuoriluogo della città di Biella per uno scambio tra letteratura e musica e infine con il prestigioso “Siena Jazz”. Il legame con il territorio, da sempre punto di forza del MonJF, vedrà protagoniste le Big Bench, le panchine da cui si possono ammirare le colline vitate patrimonio UNESCO. La collaborazione con il Comune di Casale permetterà inoltre di realizzare una serie di “cartoline musicali” che andranno a impreziosire alcuni dei luoghi più belli della città. E poi saranno protagonisti anche gli altri partner del festival: accanto al Comune di Casale e al Comune di Odalengo Grande anche Energica, la Distilleria Magnoberta e i Krumiri Rossi.

Non resta quindi che collegarsi al sito https://www.monjazzfest.it/ e seguire i social del MonFJ per essere sempre aggiornati sui prossimi appuntamenti della festa.

Per informazioni:
Le Muse Accademia Europea d’Arte cell. 366 4065862 – lemuse.accademia@gmail.com

Commenta l'articolo

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Iscriviti alla Newsletter

Seguici su Facebook