Casale Monferrato, Cultura

Alla Comunità Ebraica di Casale una riflessione sulla memoria con Elena Bissaca

Con l’istituzione ufficiale del Giorno della memoria, l’Europa ha scelto di affermare la centralità della Shoah come rappresentazione di un passato comune sul quale edificare la propria identità. È stato un passo fondamentale, ma con il trascorrere del tempo si corre sempre più il rischio che il 27 gennaio si svuoti di significato, venga banalizzato, e che “andare ad Auschwitz” si trasformi in “turismo dell’orrore”. 

E’ il ragionamento che fa Elena Bissaca nel suo volume “Chiedimi dove andiamo – Come raccontare Auschwitz ai giovani viaggiando sui treni della memoria che verrà presentato dall’autrice e da Massimo Biglia nel complesso ebraico di Casale Monferrato, domenica 20 novembre alle ore 16.00

Torinese, fondatrice e vice-presidente dell’Associazione Deina, responsabile del progetto “Promemoria Auschwitz” in Piemonte, una specializzazione in Social and Political Change presso l’Università degli Studi di Torino, Elena Bissaca è esperta di sociologia della memoria e di processi di educazione alla cittadinanza. In questa veste ha redatto numerosi percorsi educativi rivolti a giovani e adulti ed è stata formatrice presso l’Associazione Il Razzismo è una Brutta Storia (Gruppo Feltrinelli) e ARCI.

Tra le sue pubblicazioni: oltre a “Chiedimi dove andiamo.” (Manni Editore, 2022) è coautrice insieme a Marco Cosimo Scarcelli e Massimo Cerulo di “Giovani e social network. Emozioni, costruzione dell’identità e media digitali”, Carocci 2021; e insieme ad Alberto Salza “Eliminazioni di massa. Tattiche di controgenocidio”, Sperling&Kupfer 2012.

Nel libro Elena Bissaca parte dall’esperienza ventennale dei treni della memoria, sui quali le scolaresche (e non solo) vanno a visitare i campi di concentramento, e ragiona sui modi di preservare e trasmettere la memoria ai giovani interrogandosi sul senso e l’efficacia delle iniziative di celebrazione. Anche attraverso le loro testimonianze, Bissaca racconta come ragazze e ragazzi d’Italia vivono e recepiscono i discorsi sul passato, in che modo affrontano l’esperienza del viaggio e poi la ordinano e interiorizzano all’interno del proprio vissuto. E fornisce delle indicazioni per affrontare al meglio il lavoro attorno al 27 gennaio evitando di cadere nel voyeurismo, di anestetizzarsi davanti alla tragedia dei campi di sterminio, o di leggerla come unicum del Male perdendo dunque l’occasione che ci parli anche dell’oggi. 

Il risultato è un testo di educazione alla memoria, una riflessione su come la memoria possa costituire un sistema di valori e non solo una raccolta di ricordi.

L’ingresso è libero per informazioni 0142 71807  www.casalebraica.org

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