Casale Monferrato, Cultura

Al Museo Civico si inaugura la “Wunderkammer 4.0” dedicata ai reperti egizi della collezione Vidua

Una Wunderkammer – camera delle meraviglie – interattiva dedicata ai reperti egizi di Carlo Vidua: è questa la novità che il Museo Civico di Casale inaugurerà domenica 20 novembre 2022 alle ore 11,00.
Wunderkammer 4.0 è infatti il titolo del progetto, realizzato dal Comune di Casale Monferrato – Assessorato alla Cultura – grazie al contributo della Regione Piemonte nell’ambito del bando “Musei accessibili” e ideato e curato da Sabina Malgora, direttore di Mummy Project e messo in opera da Spazio Geco Società Cooperativa.
Un progetto che prevede la fruizione senza barriere fisiche con modalità tattile e multimediale di una parte della collezione egizia di Carlo Vidua di proprietà del Museo Civico di Casale Monferrato. A disposizione del pubblico, infatti, ci sarà un armadio interattivo, dove sono rese fruibili su più livelli le repliche in 3D di sei reperti, per rivivere così l’atmosfera del collezionismo ottocentesco.

L’armadio delle meraviglie: Wunderkammer 4.0
L’armadio delle meraviglie del Museo Civico di Casale Monferrato si ispira a quelli ottocenteschi, ricchi di ripiani e cassetti, dove si esponevano le collezioni. Qui, in un’ottica divulgativa e didattica, trovano spazio alcune copie 3D di reperti della collezione Vidua: 

▪ la Statuetta raffigurante il dio Osiride, bronzo
▪ lo Scarabeo, steatite invetriata
▪ l’Amuleto raffigurante il dio Horus in forma di falco, fayence azzurra
▪ l’Amuleto Udjat, fayence verde,
▪ lo Shabti di Padiamon, XXI dinastia, fayence azzurra
▪ lo Shabti di Seti I, XIX dinastia, legno

I primi cinque reperti originali sono conservati al Museo Civico di Casale Monferrato, mentre il sesto si trova al Museo Egizio di Torino. 
Ogni reperto è affiancato da un video che spiega le caratteristiche dell’oggetto, di che materiale è stato realizzato, la sua funzione, la tipologia, il periodo storico di appartenenza, la storia dell’eventuale scoperta etc. I testi sono in italiano e inglese e accompagnati da una voce narrante.
Per realizzare le repliche dei reperti è stata necessaria una scansione laser eseguita attraverso uno scanner portatile. I dati raccolti in questa iniziale campagna in situ sono poi stati elaborati digitalmente con la realizzazione di vere e proprie copie tridimensionali poi mandate in stampa grazie all’ausilio delle macchine a controllo numerico di Geco Fab Lab.

lo Shabti di Padiamon in fase di scansione

Il Vidua e il Museo Civico di Casale Monferrato
Nel mondo del collezionismo ottocentesco si inserisce anche il conzanese Carlo Vidua, che durante i suoi numerosi viaggi, acquista oggetti “meravigliosi” e in particolare quando da appassionato e dotto viaggiatore, passò alcuni mesi in Egitto, tra il 1819 ed il 1820, e rimase affascinato dai reperti egizi che proprio a quell’epoca iniziavano a essere riportati  alla luce, entrando in contatto con i grandi studiosi e collezionisti dell’epoca, come Bernardino Drovetti che si lasciò convincere proprio da Vidua a cedere la propria collezione ai Savoia, che divenne poi il nucleo fondante del Museo Egizio di Torino.
Alla sua morte, avvenuta in Nuova Guinea nel 1833 dopo aver viaggiato per i cinque continenti, la collezione di Carlo Vidua passò alla sorella, poi a Luigi Leardi, poi alla madre di quest’ultimo Clara che la lasciò per testamento alla città di Casale Monferrato nel 1854, a condizione che venisse esposta a uso pubblico. 
Attualmente tali reperti archeologici sono in parte esposti in Museo, nella sala ipogea dedicata alle collezioni etnografiche e, in parte, al Museo Egizio di Torino ceduti in  comodato quinquennale, al fine di valorizzare il ruolo che rivestì nel contesto della nascita dell’istituzione torinese.

La Wunderkammer
Un termine tedesco molto evocativo per indicare una camera delle meraviglie, un ambiente dove si conservavano oggetti di varia natura, caratterizzati dall’idea di straordinarietà. Qui vi erano vere e proprie collezioni provenienti da paesi lontani, ma anche di tesori locali: piante rare, esotiche, animali impagliati, reperti archeologici, fossili, libri antichi, stampe, mummie, maschere, elementi etnici, animali deformi, rocce o pietre rare, zanne di elefante, rami di corallo , quadri, cammei, filigrane, collane di perle etc. Essi erano esposti in vetrine, stipati in cassetti, nei salotti delle famiglie nobili, ma anche appesi al soffitto o alle pareti.
Le prime camere delle meraviglie risalgono al Cinquecento, arrivano al Settecento, quando l’Illuminismo favorisce le curiosità scientifiche. Pur non avendo alcun criterio espositivo, possono essere considerate le antesignane dei musei. Principi, nobili e studiosi quasi gareggiavano nel realizzarle, contribuendo alla diffusione del collezionismo, che spingeva ad acquistare oggetti straordinari provenienti dal mondo della natura o creati dalle mani dell’uomo detti mirabilia, ovvero cose che suscitavano la meraviglia.

alcuni membri del team al lavoro Marianna Belvedere, Spazio Geco e Sabina Malgora

Come funziona Wunderkammer 4.0
L’armadio è stato ideato come installazione innovativa ad alta accessibilità. I fruitori potranno interagire con le copie proposte nei ripiani e saranno invitati a spostarle sul piedistallo centrale sottostante al monitor. All’interno di questi oggetti visuo-tattili (completamente dipinti a mano) sono stati infatti inseriti dei tag rfid, cioè delle “etichette intelligenti”, importanti supporti tecnologici per l’identificazione automatica, in grado di comunicare a un microcontrollore posizionato internamente all’armadio le indicazioni contenutistiche da rendere fruibili sullo schermo centrale.

la Statuetta del dio Osiride in fase di scansione

A chi si rivolge il progetto
Il progetto nasce dalla volontà di rendere fruibili a tutti i visitatori una parte della collezione di reperti egizi del fondo Vidua in maniera diversa e inclusiva. Le copie interattive saranno messe a disposizione dei fruitori ciechi e ipovedenti o che, a causa di disabilità, non possono accedere alla collezione Vidua, oltre a tutto il pubblico che vorrà relazionarsi con la Wunderkammer e così scoprire tante particolarità sul mondo legato a questi oggetti, così affascinanti e al loro erudito collezionista.

la copia dello Shabti di Padiamon in fase di realizzazione tra le mani di Silvia Montini,
Spazio Geco

Le dichiarazioni:
L’ assessore regionale alla cultura turismo e commercio, Vittoria Poggiola capacità dei musei di rinnovare l’offerta è un valore aggiunto per conquistare nuovi visitatori soprattutto stranieri, un’operazione che possiamo dire essere riuscita a Casale Monferrato con la creazione dell’armadio Wunderkammer. Il mercato della fruizione culturale giovanile è ancora molto ampio, questi strumenti verso i quali le nuove generazioni sono sensibili aiutano ad avvicinarli al mondo della cultura e del sapere. Un museo più fruibile aumenta la sua capacità di contagiare il pubblico, dunque un plauso all’amministrazione per essere riuscita a centrare un obiettivo importante”.

Il sindaco di Casale, Federico Riboldi “siamo lieti di aver attuato il progetto previsto dal bando Musei Accessibili promosso dalla Regione Piemonte, a cui va il primo ringraziamento per averci sostenuto supportando economicamente questa iniziativa culturale. Grazie alle professionalità messe in campo dalla dott.ssa Sabina Malgora, dall’associazione Mummy Project, dalla Cooperativa Spazio Geco e dal personale del Museo Civico, potremo mettere a disposizione dei visitatori un nuovo strumento multimediale che valorizzerà ulteriormente la sezione egizia della collezione Vidua”.

L’assessore alla cultura, Gigliola Fracchia: “l’armadio Wunderkammer rappresenta un’interessante novità destinata non solo a rendere più accessibile e interattiva l’interessante collezione egizia che Carlo Vidua raccolse negli anni Venti dell’Ottocento in Egitto, ma potrà costituire uno strumento utile per migliorare la fruizione e l’accessibilità di pubblici diversi a cui il Museo intende rivolgersi. L’approccio semplice e intuitivo, l’estetica gradevole, i contenuti curati, saranno sicuramente apprezzati dai nostri visitatori”.

la copia dello Shabti di Padiamon in fase di ultimazione

Il progetto è proposto da:
Comune di Casale Monferrato: coordinamento per la partecipazione al bando regionale, messa a disposizione delle risorse aggiuntive a titolo di cofinanziamento obbligatorio. 
Museo Civico di Casale Monferrato: coordinamento generale del progetto, acquisizione autorizzazioni presso la Soprintendenza, revisione dell’allestimento della Pinacoteca al fine di ospitare l’armadio Wunderkammer all’interno di una sala il cui accesso è privo di barriere fisiche. Il visitatore potrà quindi accedere alla collezione Vidua in duplice modalità: quella nuova, multimediale, e quella tradizionale ammirando gli oltre 150 oggetti raccolti nei cinque continenti ed esposti al piano ipogeo del Museo.

Il progetto è stato curato e realizzato da:
Sabina Malgora Archeologa, Egittologa, Medaglia d’Onore del Presidente della Repubblica, Direttore del centro ricerche Mummy Project. Curatrice Collezione Egizia Castello del Buonconsiglio, Trento, Consulente Museo Civico Archeologico di Bergamo, Consulente Sezione Egizia del Museo Archeologico dell’Università di Pavia e Ideatrice dell’Egyptian Corner con M. Harari, direttore Museo Archeologico dell’Università di Pavia, Curatrice Collezione Mummie del Museo Civico di Scienze Naturali, Brescia e Ideatrice de “Una Moderna Camera delle Meraviglie. Mummie Egizie tra Scienza, Storia e Tecnologia” con Paolo Schrolli, ex direttore del Museo Civico di Scienze Naturali, Brescia. Laureata in lettere classiche con indirizzo archeologico presso l’Università di Bologna, ha conseguito il diploma di “Archeologo” presso la Scuola di Specializzazione della medesima università; dottore di ricerca presso l’Istituto Orientale di Napoli, è membro della Joint Mission nel Sultano d’Oman, e della Missione Archeologica Italiana a Luxor. Ha scritto articoli per numerose riviste scientifiche. Ha ideato e curato la mostra “UR SUNU Grandi dottori dell’Antico Egitto”, (Casale M.to settembre 2008-gennaio 2009). Ha curato la mostra
“Egitto mai visto”, (Trento maggio-gennaio 2010). Recentemente ha ideato, curato e diretto le mostre: Il vino nell’Antico Egitto ad Alba (2014); DiVino, le antiche terre dell’Egitto e del Monferrato, regni della cultura del vino a Casale M., Castello (2015); Egyptian Corner, Università di Pavia (2017) È stata consulente di numerosi musei italiani ed esteri, tra cui Museo Egizio di Firenze, Museo Camillo Leone di Vercelli, Museo del Territorio di Biella, Museo Civico di Asti, Metropolitan Museum di New York, British Museum di Londra. 
Progetta e realizza eventi culturali, laboratori e workshop. Ha eseguito Tac a mummie umane e di animali. Scrive articoli per numerose riviste divulgative, come Archeo ed Archeologia Viva. È protagonista di documentari televisivi di SuperQuark Rai 1 di Piero Angela, Ulisse Rai 3 di Alberto Angela e Mistero Italia 1 

i reperti egizi in copia prima della stesura del colore e della rifinitura

Spazio Geco: Spazio Geco è una società cooperativa specializzata in ideazione, produzione e manifattura di allestimenti multimediali e interattivi caratterizzati da una forte componente loT (internet of things) creati sempre a partire dalla conoscenza delle fonti e dalla fruttifera commistione di competenze umanistiche, tecniche e informatiche che negli ultimi anni ha fatto sì che questa piccola fucina sita nel Geco Fab Lab in Borgo Ticino a Pavia diventasse un interessante luogo di sperimentazione delle incisive applicazioni che l’artigianato digitale tipico dei fablab può apportare al mondo della valorizzazione dei beni culturali.
Un team di professionisti esperti di tecnologia, grafica, design, comunicazione ma anche di beni artistici e culturali che crede fortemente nella valorizzazione dei percorsi museali e territoriali e che ha molto a cuore prodotti e servizi accessibili per ogni tipologia di visitatore in grado di abbattere tutte le barriere fisiche, sensoriali e cognitive offrendo una vasta proposta di soluzioni inclusive per una migliore fruizione dei beni in modalità decisamente in linea con le capacità di apprendimento dei nuovi pubblici e con i linguaggi contemporanei.

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