Eventi, Spettacolo

Natura e Musica come espressione di libertà è l’unione perfetta del Monfrà Jazz Fest

Primi concerti sul Po e nel bosco ed ora al Castello 10 concerti in 5 giorni con i big

Con tre concerti che sono praticamente il marchio di fabbrica del Monfrà Jazz Fest, questa Festa dedicata alla musica che per eccellenza è “espressione di libertà” ha cominciato decisamente a macinare note. Ora sta per innestare una marcia ancora più alta questa settimana con una dozzina di concerti concentrati nell’arco di 5 giorni.

Intanto le luci del MonJF si sono riaccese nella sera di sabato 18 giugno all’imbarcadero di Casale con un concerto che tutti conoscono come “Tramonto sul Po”. Sul palco, a fianco del fiume, ci sono i “Frubers in the sky”, ovvero Silvia Carbotti alla voce, Max Carletti alla chitarra, Stefano Profeta al contrabbasso e Paolo Franciscone alla batteria. Per loro una scaletta di 10 canzoni che considerano “affetti speciali: 60% jazz, 15% tarantella e 25% canzoni per i giorni di pioggia”. Una dichiarazione che però non rende giustizia ad arrangiamenti semplicemente bellissimi che rendono innovativi brani italiani e non, quelli che di solito sono da cantare in compagnia o, come ha sottolineato Carbotti «su cui fare il trenino a Capodanno». E così arrivano in modo decisamente cool a “L’estate sta finendo” dei Righeira, “Centro di gravità permanente” di Battiato e “Figli delle stelle” di Sorrenti. Ma anche medley e incontri musicali inaspettati come quello tra “Che cosa hai messo nel caffè” e “Message in a bottle” dei Police. Insomma un cocktail perfetto per un “aperitivo musicale” che ha accompagnato la speciale merenda sinoira offerta dagli amici del Po.

Neanche 12 ore dopo gli appassionati monferrini di Jazz si ritrovano lì ad una vera istituzione musicale nata insieme al festival. Il concerto all’alba sul Po che sembrava un’idea stramba, ha finito per conquistare un pubblico fisso, curioso, ripagato da suoni che si riflettono sul fiume mentre la città è in silenzio. E anche in questo 2022 i duri e puri non sono mancati. Magari per cercare un po’ di refrigerio. Inutile: rispetto a tutti gli anni precedenti questa è stata la prima volta che non è servito il golfino. Gli Amici del Po alle 7 del mattino erano già in acqua e non con la barca. 

Sul palco il Swift art project, trio torinese, che ha scelto di rendere questo risveglio molto delicato con atmosfere placide come il fiume. “Abbiamo creato un programma che facesse pensare all’alba” spiega il pianista Mattia Niniano. A contribuire ulteriormente a rendere placida la mattinata c’è il morbido sax di Camillo Nespolo e il contrabbasso di Michele Millesimo. I tre alternano brani propri a standard a pezzi decisamente soft come appunto “Softly in a Morning Sunday”, un classicone per ogni sassofonista dal suono rotondo e che in questa occasione fa da contrappunto agli uccellini del Parco del Po. 

Nel pomeriggio un pezzo di Brasile è arrivato in Val Cerrina per un altro degli evergreen del Monfrà Jazz Fest: il concerto all’ eremo di Moncucco a Odalengo Grande che ha visto Sabrina Mogentale alla voce e Fabrizio Forte alla chitarra. Il duo ha proposto un viaggio virtuale nel paese sudamericano con più di una quindicina di melodie del mondo della Bossa Nova.  Prima della musica il sindaco di Odalengo Grande Fabio Olivero ha fatto notare al vasto pubblico, raccolto sotto gli alberi della radura, i notevoli progressi ai lavori di riqualificazione dell’Eremo, ormai un vero gioiello architettonico tra gli alberi ritornato letteralmente alla luce grazie anche al Monfrà Jazz Fest.  

Poi l’emozione è passata alla musica con un mix tra jazz, samba e persino canzoni per bambini. Tra i brani proposti ci sono stati titoli come “Chega de Saudade” e “De mais ninguém”, diverso Jobim, ma anche interpretazioni tutte nuove di opere di João Gilberto, Dorival Caymmi, Carlos Lyra, Vinícius de Moraes. Accompagnati a sorpresa anche dall’ukulele suonato dalla stessa Mogentale. Al termine poteva forse mancare una nuova merenda sinoira? Questa volta a cura della Pro loco di Odalengo. 

Si comincia oggi 21 giugno nel cortile del maniero Paleologo in occasione della “giornata della musica” con un programma che prevede alle 21 nel cortile del Castello il concerto del MonJF Young – About jazz con allievi e insegnanti dell’Accademia Le Muse, mentre alle ore 21.30 il Jazz Trio ‘Le Muse’ formato da Alberto Bonacasa pianoforte, Giorgio Allara contrabbasso, Riccardo Marchese batteria accompagnerà gli speciali ospiti biellesi: la giovanissima Camilla Rolando alla tromba ed il padre Angelo Rolando al trombone.  La serata sarà l’occasione per la consegna delle borse di studio in ricordo di Patrizia Barberis. Questo concerto sarà a ingresso libero. 

Mercoledì 22 Giugno Liberati, Tullio De Piscopo e Patrizia Conte 

Mercoledì 22 giugno si festeggia invece l’anniversario dell’inserimento del Monferrato nel patrimonio Unesco.  Si comincia alle 21 nel cortile del Castello di Casale con il chitarrista Edoardo Liberati che presenta il suo progetto Synthetics, accanto a Attilio Sepe sax, Mario Iannuzziello contrabbasso e Riccardo Marchese batteria. L’idea del chitarrista e compositore romano è di creare un filo conduttore tra generi comunque diversi. Con influenze derivanti da Jazz contemporaneo, da Latin (Calypso, Choro), ma anche dal Jazz più tradizionale.  

Alle ore 21.30 per uno degli appuntamenti più attesi del MonJF ritorna a Casale una icona della musica Italiana, Tullio De Piscopo, batterista, cantautore e percussionista. Autore di successi planetari come Andamento Lento, gigante della batteria con collaborazioni internazionali (Astor Piazzolla, Billy Cobham), con Pino Daniele e la super band ha cambiato il corso della musica italiana. Tullio De Piscopo presenterà un concerto unico pensato proprio per il Monfrà Jazz Fest, ospitando sul palco la bellissima e travolgente voce di Patrizia Conte. Un’artista con un lunghissima carriera internazionale naturalmente dotata di splendide risorse vocali nelle quali trova espressione la ricchezza della sua personalità. Ci porterà nell’universo fatto di ciò che lei più ama – La musica, il jazz, le “sue singer”- interpretate con uno stile inconfondibile.

Doppio concerto Intero € 20, Ridotto under 25 e soci Le Muse € 15 

Venerdì 24 giugno Tazio Forte, Eleonora Strino quartet e Wally Allifranchini con Michael Rosen 

Solo un giorno di stop e poi la festa riprende il 24 giugno, sempre al Castello di Casale. Si comincia alle ore 19.00 con un “Ice Jazz” unappuntamento che abbina il concerto a una degustazione di uno straordinario gelato gourmet.  In questo caso assaggeremo la fisarmonica di Tazio Forte insieme a Tobia Davico alla chitarra che in “Gipsy jazz ed altre storie…” ci trasporteranno attraverso la tradizione del jazz europeo e della tradizione gitana passando per Django Reinhardt, Stéphane Grappelli e il Quintette du Hot Club de France. La duttilità della formazione fisarmonica e chitarra Manouche spinge i due musicisti ad inserire nel programma brani di provenienza ben distante, come tradizionali finlandesi , pasodoble spagnoli e celebri standards tratti dai grandi songbook americani (Porter, Mercer, Kern ). 

Alle ore 21 si esibisce sul palco Eleonora Strino Quartet, ricordandoci più che mai che il tema dell’edizione di quest’anno sono le donne del jazz sempre più strumentiste, compositrici, direttori di orchestra.  Eleonora Strino alla chitarra si esibisce insieme a Alex Orciari,contrabbasso, Simone Daclon, pianoforte e Pasquale Fiore, batteria. Appartenente a una famiglia di artisti di origine fieramente napoletana, per Strino la chitarra è una rampa di lancio per far decollare una performance swingante e discorsiva, in cui si rinnova con stile la lezione di Wes Montgomery e del primo George Benson. Sul palco colpisce per stoffa e quel pizzico di carisma che le permette di affrontare l’improvvisazione su noti standard e classici, quasi come se si trattasse di un flusso di consapevole coscienza. 

La serata finisce alle 22.00 con Wally Allifranchini Quartet feat. Michael Rosen. Il quartetto del noto sassofonista e arrangiatore ospiterà per il Monfrà Jazz Fest un artista di caratura internazionale, il sassofonista Michael Rosen. Eseguiranno brani originali di Allifranchini e Rosen e jazz standards, da Ellington a Rollins e molti altri. Oltre al grande sassofonista il quintetto vanta la presenza di uno dei più grandi chitarristi italiani e non solo: Sandro Gibellini. A chiudere la formazione il contrabbassista casalese Giorgio Allara ed il batterista Nicola Stranieri che vantano collaborazioni con jazzisti internazionali di altissimo livello.

Doppio concerto serale intero € 10, ridotto under 25 e soci Le Muse € 5. Abbonamento doppio concerto serale + degustazione  intero € 15, ridotto under 25 e soci Le Muse € 8 – Concerto con degustazione a base di gelato gourmet intero € 7, ridotto under 25 e soci Le Muse € 5

Sabato 25 giugno Roger Beaujolais, Riccardo Fioravanti trio, Joyce Yuille & Concettini Quartet

La serata di Sabato 25 giugno al Castello comincia alle 19.00 con un aperitivo “Ice Jazz”  insieme al Roger Beaujolais Trio.  Beaujolais è un musicista jazz molto noto e apprezzato in Inghilterra, la sua attività è allargata a collaborazioni anche nell’ambito del pop inglese, tra cui Robert Plant e Paul Weller, e all’insegnamento del vibrafono presso il Trinity College of Music di Londra. Accompagnato da Giacomo Dominici al contrabbasso e basso elettrico e Alessandro Pivi alla batteria Roger Beaujolais affronterà un repertorio di brani originali e standard jazz, riarrangiati secondo il suo estro tipico trasversale, di grande fascino ed estrema godibilità.

Alle 21.00 Riccardo Fioravanti Baritone Trio presenta “Cerri, una volta il Wes!”: un omaggio a due dei più grandi chitarristi di tutti i tempi, caratterizzati da un’innata creatività melodica, un fantastico senso dello humour e una grande signorilità e gentilezza d’animo. Franco Cerri e Wes Montgomery, così distanti geograficamente, così vicini musicalmente, Wes Montgomery è un vero e proprio gigante della chitarra jazz, a cui Franco Cerri si è ispirato sia nella musica che nell’eleganza musicale e stilistica. Riccardo Fioravanti reinterpreta con questa proposta artistica con un basso a sei corde, accordato in maniera baritona per avere sonorità a cavallo tra il basso elettrico e la chitarra, il repertorio ed il linguaggio di questi due grandi interpreti del jazz. Al suo fianco due musicisti di grande spessore artistico: Maxx Furian alla batteria e Francesco Chebat al piano e tastiere daranno vita ad un concerto veramente particolare.

Alle 22.00 va in scena il Joyce Yuille & Concettini Quartet in cui il saxofonista molisano ritorna per il consueto gemellaggio col festival Borgo in Jazz, accompagnato dalla splendida voce di Joice Yuille, energica front woman di origine newyorkese di Harlem dalla vocalità sofisticata, grintosa e al tempo stesso elegante che ci accompagnerà in un viaggio nell’American Songbook. Accanto a lei e al sax di Nicola Concettini ci sono Daniele Cordisco alla chitarra, Alberto Gurrisi all’ organo Hammond e Luca Santaniello alla Batteria.

Doppio concerto serale intero € 10, ridotto under 25 e soci Le Muse € 5. Abbonamento doppio concerto serale + degustazione intero € 15, ridotto under 25 e soci Le Muse € 8 – Concerto con degustazione a base di gelato gourmet intero € 7, ridotto under 25 e soci Le Muse € 5

Domenica 26 giugno Volver Trio, Rita Payès, Maxentia Big Band

Ultima data del mese il 26 giugno. Alle ore 19.00 un nuovo appuntamento dei concerti aperitivo Ice Jazz con Volver trio in “Bolero in jazz”. Il Progetto “Volver” prende il nome dalla celebre canzone del compositore argentino Carlos Gardel (1890-1935) e riprende alcune grandi ballate (tango, bolero) del Sudamerica, poco frequentate nei repertori dei musicisti jazz nordamericani ed europei (con alcune eccezioni, come Charlie Haden). Come nella tradizione jazz queste canzoni degli anni ’20 e ’30 sono re-interpretate e trasformate in chiave moderna con l’intenzione però di restare fedeli all’originale ispirazione “romantica” latino-americana. Formano il trio Paolo Manasse (piano), Marco Volpe (batteria) e Riccardo Vigoré (contrabbasso).

Conclusione della serata tutta al femminile nello spirito del Festival. Alle ore 21.00 sarà sul palco Rita Payès, virtuosa e pluripremiata stella nascente del jazz europeo alla voce e al trombone, a cui si unisce Pol Batlle, chitarrista di Barcellona, per creare il duetto più intimo ed emozionante che possiate mai ascoltare. Una messa in scena familiare: una chitarra elettrica, un trombone e due splendide voci per raccontarci la storia de “La Mela” (appunto ‘Manzana’ in catalano).  Nella Barcellona degli anni 80 c’era un giovane musicista di nome Gabriel Hernández fortemente ispirato dai musicisti catalani. I suoi amici lo hanno aiutato a registrare un nastro delle sue canzoni dal vivo, e se Gabriel Hernández non proseguì la carriera, quasi quattro decenni dopo, Batlle si imbatté in quest’opera e in “La manzana” in particolare, facendola ascoltare a Rita. “La canzone ci è piaciuta così tanto che l’abbiamo suonata nel tour europeo”, spiega la cantante. Oltre a questo ed altri brani di loro composizione eseguiranno alcuni brani della tradizione catalana uniti a richiami di famosi standard jazz, per un concerto dai toni caldi ed avvolgenti.

Conclusione spettacolare alle 22 con la Maxentia Big Band, venti elementi diretti da Eugenia Canale, affermata pianista e compositrice.  Il titolo della serata “Cape” è un diretto riferimento a Città del Capo per esplorare un filone davvero particolare del Jazz: quello nato e sviluppato in Sudafrica, dove già dall’inizio del XX secolo i nuovi stili musicali che arrivarono dall’America, come il ragtime, il dixieland e lo swing, si mescolarono alla musica tradizionale locale dando vita a generi inediti come il marabi e il kwela, caratterizzati da una ciclicità rituale delle melodie e delle armonie che trasportano l’ascoltatore in uno stato di coinvolgimento fisico ed emotivo. Negli anni dell’apartheid il Jazz sudafricano è diventato occasione per ribadire l’identità di un popolo e il suo desiderio di libertà: «Chi potrà mai sottometterci finché avremo la nostra musica?» (Miriam Makeba). In “CAPE” la Maxentia Big Band accompagnerà il pubblico in un percorso che parte dalla musica dei primi importanti pionieri di questo filone, per arrivare ad alcuni tra i più interessanti esponenti del jazz sudafricano contemporaneo. 

Doppio concerto serale intero € 10, ridotto under 25 e soci Le Muse € 5. Abbonamento doppio concerto serale + degustazione  intero € 15, ridotto under 25 e soci Le Muse € 8 – Concerto con degustazione a base di gelato gourmet intero € 7, ridotto under 25 e soci Le Muse € 5

Per il programma completo e per acquistare i biglietti è attivo il sito www.monjazzfest.it

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