Spettacolo

Il “Collettivo Biloura” torna dalla Corea dopo essersi esibito in una delle più importanti istituzioni nazionali dedicate alla cultura

UNICO GRUPPO ITALIANO SELEZIONATO TRA CINQUE IN TUTTO IL MONDO

Il 19 febbraio 2022, sul palco del Theatre 1 dell’Asia Culture Center di Gwangju (capitale culturale della Corea del Sud), con una sala piena (posti esauriti in due giorni dall’apertura delle prenotazioni online) è andata in scena la performance “Silent Voices”.

Lo spettacolo è figlio della residenza di ricerca e creazione per la quale BILOURA era stata selezionata già nel 2020 e poi – causa pandemia – ha dovuto posticiparne la realizzazione fino a dicembre 2021. L’ACC è un ente rilevante e prestigioso nel panorama coreano e asiatico, un’istituzione che investe molto nella sperimentazione artistica e nella congiuntura tra arte e temi sociali, tant’è che il tema delle residenze artistiche internazionali ospitate era “Biophilia, Peace and Human Rights”. Il Collettivo BILOURA, nato 8 anni fa in Valchiusella e pluripremiato in numerose rassegne internazionali, è stato selezionato, tra centinaia candidature provenienti da tutto il mondo, come uno dei cinque progetti artistici vincitori di un concorso che le ha portate fino al prestigioso palco dell’ACC. 

“Abbiamo lavorato fianco a fianco con un’istituzione che ci ha messo nelle migliori condizioni di lavoro possibili, sostenendo la nostra creatività con entusiasmo e serietà, rendendo la nostra esperienza sud-coreana un’indimenticabile soddisfazione professionale e artistica.” dice Chiara Bosco, artista di BILOURA e coordinatrice degli scambi artistici internazionali del collettivo, la quale per “Silent Voices” ha curato la drammaturgia.

Il collettivo ha attivato un percorso di creazione collettiva interculturale, agito da artiste europee e coreane, che ha riflettuto sul fenomeno della prostituzione, da una prospettiva intima e globale insieme, partendo dalle testimonianze dirette delle donne che ne hanno esperienza diretta e dai dati reali sul fenomeno nel mondo. Una collaborazione stretta è stata creata con ONG, attiviste, associazioni, sia precedentemente in Europa (lungo il percorso del progetto pluriennale 5 VOICES FOR 1), sia una volta in Corea: Women’s Human Rights Support Center Gwangju, Jeonbuk Center for Human Rights of Women Jeonju, Stand-up Against Sex Trafficking of Minors Seoul, National Solidarity Against Sexual Exploitation of Women.

“E’ una grande responsabilità creare una performance attorno a un fenomeno tabù, pieno di contraddizioni e complessità, semisconosciuto ai più. Farlo a partire dalle testimonianze dirette e dai dati ha richiesto lungo studio, molto approfondimento e un viaggio emotivo intenso, spesso squassante, con le donne che abbiamo conosciute, le quali ci hanno affidato le loro storie, i loro pensieri e sentimenti profondi, con una fiducia che ci rende onorate e determinate nel voler portare – con poesia – questo tema e le loro voci alla ribalta.” dice Angie Rottensteiner, regista di Silent Voices e coordinatrice del progetto 5 VOICES FOR 1, per il quale aveva già nel 2017 ottenuto il supporto del Ministero della Cultura d’Austria e nel 2019 una residenza di ricerca artistica presso lo spazio di danza contemporanea Im_Flieger di Vienna.

In scena sono andate invece Jin Young Park, Yunjung Kim e Silvia Ribero, le quali hanno messo a disposizione i loro corpi per la parte danzata dello spettacolo, inoltre Francesca Centonze e Yooseung Jung per la parte di videoarte, proiettata da uno strappo sulla scena vasta e bianca. Il linguaggio artistico della performance segue la metodologia originale di BILOURA “Poetic Landscapes”: un’innovazione dei linguaggi teatrali in direzione transdisciplinare e interculturale.

“E’ stata una residenza artistica intensa, un’esperienza immersiva per tutte. Sono molto fiera delle sfide che abbiamo raccolto come artiste, sento che tutte siamo cresciute professionalmente, grazie alla collaborazione con l’ACC e con le nostre nuove colleghe coreane. Grazie all’incontro interculturale ci siamo arricchite e io personalmente torno a casa anche con la sensazione di essere una performer migliore, con sempre maggiore consapevolezza dell’importanza e delle possibilità dell’artivismo.” dice Silvia Ribero, performer poliedrica che in Silent Voices è andata in scena come danzatrice.

Il futuro della performance è ora legato al verdetto della giuria dell’ACC, che potrebbe decidere di produrre ulteriormente e distribuire lo spettacolo internazionalmente. Il progetto 5 VOICES FOR 1 invece, di cui “Silent Voices” è una tappa, vedrà ora un momento di riflessione interna al collettivo: l’esperienza coreana è stata molto importante e leva di possibili evoluzioni del progetto lungo assi prima inesplorate. Rimane certamente ferma la vocazione artivista-femminista del progetto e la volontà di continuare il dialogo tra artiste, attiviste e associazioni, ma questo è anche un momento di riflessione professionale più ampia per tutto il comparto cultura, viste le vicende storiche in cui siamo tutti immersi, e non è escluso che BILOURA faccia partire a breve un nuovo progetto di medio termine.

Nel frattempo che lasciamo cuocere in pentola tutto ciò, a primavera ci aspetta la seconda edizione della rassegna di arti performative POLIMORFA, che dovrebbe avvenire a maggio: un altro bel percorso di crescita e di arricchimento, questa volta nella cornice valchiusellese, alla quale il collettivo ora torna per qualche tempo, con gioia.

Per maggiori informazioni: www.biloura.com

SILENT VOICES
Il progetto sviluppato in Corea del Sud dal collettivo Biloura si chiama Silent Voices ed è la creazione collettiva di una performance che ha come tema le donne dentro la prostituzione, la loro marginalizzazione, il valore delle loro esperienze e storie. Il progetto artistico mira a portare all’attenzione del pubblico le voci di donne estremamente marginalizzate, un popolo numeroso che passa inosservato; oltretutto il dibattito pubblico sul tema della prostituzione è molto limitato, proprio a causa di quello stesso stigma che rende tabù sia parlare di prostituzione, sia avvicinarsi, ascoltare, riconoscere dignità, diritti e finanche esistenza e cittadinanza alle donne dentro la prostituzione.

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