Attualità

Ecomuseo Pietra da Cantoni: “Paesaggi rurali, viticoltura e sostenibilità per il turismo”

Ospite dell’incontro del 6 aprile scorso il biologo naturalista Enrico Rivella

Nell’ambito del progetto di Europrogettazione organizzato dalla Fondazione ECOMUSEO PIETRA DA CANTONI e promosso dai Comuni Core Zone UNESCO

L’ambiente, il paesaggio e la vitivinicoltura ecosostenibile, elementi trainanti dello sviluppo Green del Monferrato, al centro dell’ultimo webinar rivolto a giovani e neo amministratori della Core Zone Unesco, organizzato dalla Fondazione Ecomuseo Pietra da Cantoni, nell’ambito del progetto promosso dai Comuni Core Zone.

Ospite dell’incontro del 6 aprile scorso è stato il biologo e naturalista Enrico Rivella (funzionario Arpa Piemonte), per offrire un approfondimento sul tema: “Paesaggi rurali, vitivinicoltura e sostenibilità per il turismo”, ovvero sulla valorizzazione dei paesaggi rurali tradizionali e sulla sperimentazione di misure per ridurre l’effetto dei fitosanitari sulla biodiversità connessa alla viticoltura. Numerosi, sono scaturiti, gli spunti per attivare un progetto di cooperazione tra Comuni e di collaborazione nell’ambito regionale, facendo del binomio paesaggio-turismo un valido alleato delle aziende agricole, che intendano intraprendere una strada agro-ecologica e di cura del territorio.

“In primis” è stato detto, “occorre che le comunità locali ne riconoscano l’importanza e attivino processi di integrazione tra vendita di prodotti agroalimentari, turismo rurale e valorizzazione del paesaggio, aiutati dall’erogazione, da parte del Piano di Sviluppo Rurale (PSR), di incentivi per favorire la loro gestione e manutenzione”.

“Nel corso dei secoli, le pratiche agricole hanno rappresentato un’ampia diversità di habitat con comunità di piante ed animali molto ricche di specie diverse; molti di questi habitat, dipendenti dall’agricoltura, sono diminuiti negli ultimi tempi” ha precisato Rivella, richiamando l’attenzione sulla necessità di adottare politiche utili a stabilire un riequilibrio del rapporto tra agricoltura e territorio.

“La valorizzazione dei paesaggi rurali”, ha poi proseguito, “facilita il perseguimento di diversi obiettivi di sostenibilità ambientale, tra i quali: la transizione a pratiche agricole ecologiche che, oltre alla conservazione della biodiversità, favorisce anche il mantenimento dell’assetto idrogeologico; la promozione di interventi di miglioramento ecologico dell’ambiente rurale, in particolare nei terreni degradati; la partecipazione civica alla costruzione del futuro sostenibile dei territori; la promozione della cultura dell’educazione ambientale nei giovani; il recupero delle conoscenze contadine di adattamento ad ambiente, varietà e specie a rischio di scomparsa sviluppatesi in decenni di pratiche agricole; la produzione di cibo salubre e di qualità”.

Con diversi esempi legati al territorio piemontese Rivella ha, così, illustrato come la tutela dei paesaggi rurali storici faccia leva sulla promozione e valorizzazione del territorio, per perseguire obiettivi di sensibilizzazione delle popolazioni rurali, verso la possibilità di: recuperare gli spazi degradati, partecipare alla progettualità locale, divenire attori nel proprio territorio, rispettare le norme che tutelano il suolo, l’acqua ecc., e, ultimo ma non ultimo, inserire nel concetto del “turismo lento”, tutto il patrimonio culturale sviluppato in decenni di pratiche agricole rispettose del paesaggio, evidenziandone gli aspetti ambientali.

Tra gli argomenti cardine dello sviluppo Green del Monferrato, non potevano certo mancare la viticoltura e il virtuoso suo connubio con il paesaggio. Si tratta, tra l’altro, dei contenuti ripresi dal manifesto promosso dalle Associazioni nazionali di analisi ambientale, insieme al Touring Club, all’Associazione Città del Vino, al Movimento Turismo del Vino, all’Ordine degli Agronomi e all’ARPA Piemonte che, in particolare, ha dato un contributo per la ricerca scientifica su aspetti strategici quali: le modalità di trattamento dei vigneti meno impattanti, il riconoscimento e l’applicazione delle potenzialità dei microrganismi simbionti, nonché le migliori risposte ai cambiamenti climatici in corso. “Sulla base dei risultati ottenuti da cinque anni di lavoro di analisi della biodiversità nei vigneti di Langhe, Monferrato e Roero e degli effetti dei fitosanitari pubblicatati sul sito di Ispra e che il Ministero dell’Ambiente sta adottando per la nuova revisione del PAN (Piano Nazionale per l’uso sostenibile dei fitosanitari), sono emerse diverse potenzialità dei vigneti collinari piemontesi, quando ben gestiti come habitat per specie di interesse conservazionistico e per l’importanza della loro presenza, anche, per la qualità delle uve e la resistenza della vite alle avversità” ha spiegato il biologonaturalista Enrico Rivella.

“Su questa base, pertanto, si possono pensare accurati studi del terroir e delle forme di sviluppo della viticoltura” ha concluso l’esperto. L’incontro si è poi concluso con l’illustrazione delle modalità d’intervento per un’azione specifica di valorizzazione del vigneto monferrino, nell’ambito di un agroecosistema rigenerato in ogni parte del territorio, sotto la guida di una ricostruzione della rete ecologica e di varie possibilità e linee di progettualità, non ultimo, la collaborazione con altri territori a grande vocazione viticola.

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