Cultura

“PARADIS-E” il Monferrato protagonista del film di Francesco Cusanno, Flavio Giacchero e Luca Percivalle

È una presa di coscienza su un tempo nuovo quella al centro di PARADIS-E, il film documentario con cui Flavio Giacchero, musicista ed etnomusicologo, Francesco Cusanno e Luca Percivalle, registi, hanno deciso di immergersi nel territorio che tanto amano – il Monferrato – dopo i mesi di confinamento della scorsa primavera.Girato dopo il primo lockdown, PARADIS-E è stato presentato in anteprima al pubblico nella sua versione “grezza” durante la tappa in Monferrato del Festival IT.A.CÀ Migranti e Viaggiatori. La produzione è stata sostenuta da risorse interne (la Blues è il collettivo creativo di Cusanno, Giacchero e Percivalle) e da un contributo e co-produzione dell’associazione culturale La Confraternita degli Stolti, molto attiva nella zona del Monferrato.
Per completare il film, con una attenta lavorazione di post-produzione sull’audio (ripreso con particolari microfoni binaurali tali da rendere il film un’esperienza immersiva nella natura) e sul video affinché possa entrare al meglio nel circuito dei festival di cinema e documentari, gli autori hanno lanciato da qualche giorno un crowdfunding su https://www.produzionidalbasso.com/project/paradis-e/ che ha come obiettivo raccogliere 15 mila euro entro l’aprile del 2021 e che mette al centro delle ricompense per i partecipanti oggetti di artigianato e prodotti del territorio, nell’ottica di mostrare ciò che di bello e di buono ha da offrire.

LA SINOSSI DI PARADIS-E
Un filmmaker ed un perenne aspirante scrittore liberati dal primo periodo di confinamento a causa della pandemia, sentono il bisogno di immergersi nella natura. Scelgono un luogo ritrovato, il Monferrato, terra che per loro sa di casa, dopo aver vissuto per molti anni in grandi città.
Chiamano con loro un amico musicista perché durante l’emergenza covid una delle cose che più è cambiata è il paesaggio sonoro intorno a sé.
In città i grandi silenzi e una volta in campagna le orecchie hanno fame di suoni della natura. Decidono che in questi tempi di incertezza vogliono andare in cerca di un paradiso.
È vicino a loro e si trova infatti un luogo sacro, popolare, meta di tanti pellegrinaggi, il Sacro Monte di Crea. È lì che si dirigono i tre. Non per un’impresa eroica, si tratta infondo di 40 km circa, ma per mettersi in ascolto in modo conviviale, dopo i mesi di confinamento e attraversando piccoli luoghi selvaggi dietro casa, un’umanità rara, attraversando paradisi ritrovati e altri abbandonati. Chi con una telecamera, chi con il sax, chi con un taccuino e una biro, raccolgono appunti per strada.
È l’estate dopo il primo lockdown e hanno bisogno di capire che tempo stanno vivendo e com’è quello che vorrebbero continuare a vivere.
Chiacchiere, incontri, momenti di liberazione, attraversano tre giorni del loro cammino alla ricerca del PARADIS-E, quel luogo popolare, a metà tra dialetto e inglesismi, quella raffigurazione effimera della salvezza.
Troveranno il loro Paradiso, il Paradis-e?

IL PROGETTO
Quaranta chilometri in tre giorni, lungo un percorso che è la quintessenza del viaggio lento, da uno dei tanti deliziosi borghi che punteggiano il Monferrato, Frassinello, fino a uno dei suoi simboli più noti, il Sacro Monte di Crea.
In questo viaggio, il “perdersi” per i tre protagonisti significa immergersi nella loro terra, in ciò che è stata, analizzando in modo a volte spietato come oggi appare, fino ad immaginare come forse sarà, lanciando una provocazione: “i paradisi si sono rotti e ora dove siamo?”
I tre protagonisti vivono questa esperienza rovesciando la prospettiva: in PARADIS-E, chi solitamente documenta decide infatti di documentarsi prendendo per mano lo spettatore e portandolo alla scoperta di un territorio con i suoi paesaggi, a volte di una bellezza commovente, altre volte invece arida, rotta.
Una realtà comunque autentica, agognata durante l’emergenza mondiale causata dal Covid in cui la dimensione quotidiana di ognuno era diventata quella delle pareti di casa.Il film nasce quindi dall’esigenza di raccontare cosa stava accadendo dopo il primo lockdown. È stato un lungo periodo di riflessioni per tutti e in parte, per due degli autori, era iniziato prima della pandemia con un cambiamento importante, che ha anticipato e segue una tendenza, quella del ritorno nelle campagne, ad una vita più sostenibile e lenta rispetto a quella vissuta nelle città. Luca Percivalle si è infatti appena trasferito da Torino alla sua città natale, Casale Monferrato, dopo quindici anni e Francesco Cusanno, a sua volta e dopo molti anni trascorsi a Milano, è in trasmigrazione per la campagna. I due amici, già ai tempi delle elementari, si divertivano con le loro macchinette fotografiche a girare le colline intorno alla casa dove viveva Luca, fotografando ciò che incontravano.

Hanno ripreso questo vecchio rito con gli strumenti del loro lavoro; entrambi sono infatti registi, seppur in ambiti diversi, e si sono messi in cammino cercando i contrasti racchiusi dal Monferrato: la bellezza che scivola nell’abbandono, metaforico e reale, la civiltà che mette confini e la natura che ove può torna padrona.
«Abbiamo voluto documentare e documentarci in un momento molto particolare della nostra vita – spiega Francesco Cusanno – Era già nell’aria un’uscita dalle rispettive città e sicuramente la pandemia ha accelerato questo processo. In città iniziava a mancare spazio e non parlo solo di quello fisico. Durante il lockdown abbiamo avuto il tempo di riflettere sulla nostra condizione umana. Il lavoro ad un certo punto non esisteva più, ci si è trovati di fronte un tempo che prima non avevamo, per certi versi non è stato così male. È proprio quel tempo che abbiamo voluto indagare in questo film».
È un tempo che possiamo mantenere? Ritrovare? Addirittura potrebbe essere da esigere. Questa è la domanda del film.
«Flavio Giacchero – aggiunge Luca Percivalle – è arrivato in un secondo momento, quando abbiamo voluto guidare uno straniero in questo territorio a noi così familiare. È vero che lo sguardo era rinnovato, nuovo, ma come abbiamo detto più volte la forza di Flavio non era solo in un terzo sguardo, ma in un orecchio. I silenzi, le soste, quando cammini sono molto importanti e un musicista ed etnomusicologo poteva porre un’attenzione straordinaria su questi momenti, decifrarli e renderli a chi li ascolta».
La ricostruzione dei paesaggi sonori è uno degli elementi cardine di PARADIS-E: i suoni della natura si intrecciano a quelli antropici, facendo scaturire riflessioni: «in un tratto del percorso – ricorda Percivalle – ci siamo trovati lungo questa valle, dove sono presenti diverse attività commerciali. Mentre pranzavamo sentivamo in sottofondo il frastuono delle auto e il vociare delle persone e abbiamo constatato, nostro malgrado, che in questo scenario certamente non bello si concentrava molta più vita di quella incontrata attraversando i paesi vicini, la cui bellezza sconta però la solitudine. Anche questa è una riflessione a cui vogliamo indurre chi guarderà il film: perché lasciamo i posti belli?».
Per questa ragione, alla postproduzione sul suono viene data grandissima importanza: «è un lavoro impegnativo e molto riguarda il sound design – spiega Giacchero – L’audio infatti è un elemento importante ed è stato registrato con microfoni binaurali in modo da riprendere il suono e ridare un’esperienza immersiva all’ascoltatore. A queste si aggiungeranno le operazioni di color grading e di finalizzazione per garantire al documentario tutto monferrino una distribuzione tra festival e circuiti ad hoc».

IL CROWDFUNDING
Il crowdfunding a sostegno di PARADIS-E, dove si può vedere anche il trailer dell’opera, è su https://www.produzionidalbasso.com/project/paradis-e/
L’obiettivo, da raggiungere entro l’aprile 2021, è di 15 mila euro: «per noi è importante – dicono Cusanno, Giacchero e Percivalle – anche il messaggio che riusciremo a veicolare attraverso questo progetto, l’attenzione verso le zone interne, i cammini lenti, il ritrovare uno sguardo dello stupore anche dietro casa, la cura per l’ambiente e la follia visionaria di creare qualcosa come un percorso che non sia necessariamente produzione economica».
Temi estremamente attuali nell’Italia di oggi. «Per questo – aggiungono – abbiamo scelto delle ricompense che permettano di tenere a portata di mano e assaporare con gli occhi, le orecchie o il palato un pezzo di Paradis-e. Abbiamo scelto di non far produrre altrove i soliti gadget ma di sostenere il territorio del Monferrato valorizzando chi lo vive, lo coltiva, lo ama, gli dà una forma visiva e sonora».
Le ricompense per le donazioni sono quindi per la maggior parte beni materiali o immateriali interamente pensati e prodotti in Monferrato, una terra ricca di esperienze diverse, che la rende particolare proprio per la sua varia umanità e professionalità. Nel diario di bordo su https://www.facebook.com/attitudine.blues/ gli autori raccontano le ricompense creando una narrazione che, in definitiva, è un racconto corale del Monferrato attraverso alcuni dei suoi abitanti, fra artigiani, musicisti, agricoltori.
Molto curiosa, tra le ricompense, è la promessa di portare il “Paradis-e a casa tua”, un live show dei tre autori che porteranno a casa del donatore uno spettacolo di musica parole e immagini. Una performance dal vivo con reading, improvvisazione musicale e visiva che si adatterà all’ambiente e porterà…. verso il Paradis-e!

GLI AUTORI
Francesco Cusanno è un filmmaker, ma anche “un perenne aspirante scrittore”, guarda il paesaggio e ciò che lo circonda, contempla scrivendo sul suo taccuino o sedendosi a fianco della sua camera accesa.
Flavio Giacchero, etnomusicologo e musicista, si occupa inoltre di antropologia culturale, fotografia e paesaggi sonori. Attraversa questi paesaggi per lui uomo di montagna molto dolci. Sente un risuonare nuovo. Lo prova, lo suona, sente come gli risponde.
Luca Percivalle è regista, antropologo ed educatore. Si è immerso nella memoria di questi luoghi, leggendo libri che si porta dietro. Ogni cosa in lui è un rimando, una visione, un rimbalzo tra passato presente e futuro.
Amici da sempre, insieme costituiscono il Collettivo artistico La Blues.

CURIOSITÀ
Tre giorni di viaggio lento significano esperienze innumerevoli. Qui, qualche curiosità.

Le musiche – La colonna sonora del film è stata realizzata da Franco Di Terlizi, in arte Thefinger, di Conzano Monferrato. È presente anche un brano di Trent Miller (al secolo Gabriele Coppa, casalese che da anni vive a Londra). In PARADIS-E sono inoltre riprese anche alcune musiche di Flavio Giacchero suonate durante il viaggio e sono inseriti anche un paio di canti tradizionali registrati in una campagna di ricerca sul campo del 1966 dall’etnomusicologo Sergio Liberovici. Liberovici, di origini casalesi da parte di madre, oltre a essere stato un importante etnomusicologo, tra i pionieri di questa disciplina in Italia, è stato anche musicista, compositore e si è occupato molto di didattica per l’infanzia. Nella campagna di ricerca del 1966 nel Monferrato che conduce per il Centro Nazionale di Studi di Musica Popolare (ora Archivi di Etnomusicologia) dell’Accademia di Santa Cecilia registra a Pontestura molti canti di mondine, tra cui un interessante canto per la processione verso il Santuario di Crea, con riferimenti narrativi locali, inserito nel film.
L’altro canto scelto per il film è sempre polivocale con riferimenti precisi al territorio ma si tratta di un canto goliardico dall’incipit “Per cercarmi una sposina”. Si tratta del noto canto popolare “Vogliamo le bambole” diffuso in buona parte dell’Italia con varianti regionali. Nella versione monferrina la ricerca di una giovane sposa si conclude sotto il campanile di Pontestura con una meretrice. Il fondo sonoro Sergio Liberovici è conservato al CREO (Centro Ricerca Etnomusica e Oralità) di Torino.

I ritrovamenti – Durante il cammino, giunti nei pressi di Moncalvo, dove un tempo si trovava un famoso locale notturno oggi ridotto a rudere, i tre autori scovano in un mucchio di rifiuti delle diapositive che recano una serie di immagini scattate a una mappa della città di Casale, apparentemente secentesca. I tre stanno cercando di datarla sulla base dei documenti che ricostruiscono gli skyline dell’epoca.

Gli incontri – Nel corso della tre giorni di cammino gli autori hanno incontrato diverse persone, di ognuna di loro c’è traccia nel film. E, soprattutto, nella memoria di un’avventura unica, e straordinariamente dietro casa.

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